Cinema L’Aquila: film “Il mondo magico”

MondomagicoDal 19 gennaio uscita nazionale del film prodotto da Groucho Cinema. A Roma il sabato 21 (orari: 20; 22.30) e domenica 22 gennaio (orario: 18.30) presso il Nuovo Cinema Aquila, in via L’Aquila 68 a Roma, esempio di gestione partecipata collettività/municipio.

La storia di Gianni, che diserta durante la campagna di Russia della 2a guerra mondiale. Opera prima del regista irpino Raffaele Schettino.

 

Trama

Anni Quaranta. Gianni (Raffaele Schettino), chiamato alle armi nella campagna di Russia durante la seconda guerra mondiale, diserta e trova asilo in una famiglia a Piadena, in provincia di Cremona, dove si innamora della bella e misteriosa Teresa (Chiara Travisonni). Nella confusione che segue l’armistizio del 1943, e solo dopo aver promesso a Teresa di tornare per sposarla, Gianni decide di rientrare a Frigento, in Irpinia, sua città di origine. Qui ritrova Tina (Alessandra Tavarone), il suo primo amore. Teresa, non avendo più avuto notizie di Gianni, lo raggiunge a Frigento per scoprire la spiacevole sorpresa del tradimento. La rabbia della donna dalle conoscenze occulte si trasforma per ripicca in maledizione. Da quel momento, la vita di Gianni è condannata alla sciagura.

Gianni e Tina si sposano e nasce un figlio. Si trasferiscono a Buonacquisto, in Umbria, dove Gianni trova impiego come carabiniere e conosce alcuni minatori e operai dell’acciaieria ternana. In difficoltà tra tanti amici disperati che manifestano per i licenziamenti in fabbrica e il suo nuovo lavoro che gli impone di garantire l’ordine durante la mobilitazione, Gianni sembra ritrovare serenità grazie a Mariella (Mara Calcagni), donna passionale ed emancipata. Se ne innamora mentre cresce la sua adesione alla causa operaia e il distacco dalla moglie, donna pratica e poco idealista. Ma le sofferenze non sono finite.

al fianco dei lavoratori, viene richiamato in caserma e un profondo stato di stress lo condurrà all’ictus.

Durata: 81’

Sceneggiatura: Daniele Trovato, Raffaele Schettino

Direttore della fotografia: Giuseppe De Lucia, Aquilino De Simone, Nour Gharbi

Montaggio: Raffaele Schettino

Attori: Chiara Travisonni, Alessandra Tavarone, Mara Calcagni, Raffaele Schettino, Gaetano Tavarone , Maretta Capossela, Gianni Buldo Mariella Ramundo Roberto Seniga, Leardo Taraschi – Cantori della Valnerina – Duo della Lega di Cultura di Piadena – Banda della Posta

 

Note di regia

Il film è liberamente ispirato a una storia vera. L’intento era quello di parlare del “mondo magico” nel senso “demartiniano” del termine, ovvero della magia del mondo contadino che si tramanda attraverso i canti di tradizione orale e la ritualistica semplicità delle relazioni umane. La magia deriva dall’osservazione della natura, di cui l’uomo si fa specchio e ne fa parte: i canti e le musiche sono il sottile filo rosso che, nel film, ne testimoniano la memoria. E’ nel mondo contadino che troviamo la consapevolezza di una comunità che, attraverso i propri rituali, ci aiuta a capire, nella semplicità del sapere comune, chi siamo. L’idea è nata a tavola in famiglia, ascoltando la storia di un vecchio zio e la sceneggiatura, affidata all’immaginazione dello scrittore Daniele Trovato, ha iniziato a prendere forma.

L’intento era quello di realizzare un lungometraggio narrativo, una storia di rapporti umani che raccontasse una vicenda semplice. Abbiamo volutamente scelto come interpreti persone comuni del luogo, alla ricerca di una spontaneità che rendesse più fluido e realistico il racconto, arricchendolo con inflessioni del dialetto locale. Il film è il prodotto di un vero e proprio lavoro di comunità, che ha visto le proloco, le associazioni locali e i paesi coinvolti mettersi in moto, a vari livelli, per rendere il set un momento di incontro, un momento magico. Pur mostrando le diversità tra Nord e Sud d’Italia, ci siamo voluti tenere lontani dal troppo abusato stereotipo della miseria contadina meridionale, avvalendoci delle testimonianze storiche che ci riportano ad una ben più variegata società contadina del tempo.

Fanno da sfondo alla storia e diventano la vera essenza del film i rituali del mondo agreste (la maledizione, la figura della “masca” e della “mammasanta” e le formule magiche), i canti e le musiche delle tradizioni orali d’Italia dalla Lombardia alla Campania, passando per l’Umbria.

Nella parte ambientata a Piadena, in provincia di Cremona, hanno interpretato il ruolo del padre (Roberto Seniga) e dello zio (Leardo Taraschi) di Teresa, Il duo della Lega di Cultura, depositari degli antichi canti di osteria del cremonese con l’Istituto Ernesto de Martino e il Circolo Gianni Bosio (archivio Coggiola).

Il mondo contadino del meridione, alla fine della seconda guerra mondiale, potendo contare anche sul supporto di consulenza storica del Museo etnografico di Aquilonia “Beniamino Tartaglia”, è narrato dai canti della Banda della Posta di Vinicio Capossela, che descrive le tradizioni e i costumi della bassa Irpinia (Frigento) e dell’alta Irpinia (Calitri, Cairano, Aquilonia).

La vita rurale umbra dell’immediato dopoguerra è ambientata tra i paesini della Valnerina (Buonacquisto, Piediluco, Arrone) e viene raccontata attraverso i cantori dello storico Gruppo della Valnerina. Qui avviene il passaggio dall’antico al moderno: la popolazione inizia lentamente a distaccarsi dalla terra per avvicinarsi alle fabbriche, ma si rincontra attraverso i canti atavici della Valnerina e le istanze condivise della classe lavoratrice, sia essa ancora contadina o della fabbrica. Parallelamente, abbiamo la magia del rituale della maledizione, simbolo di un mondo arcaico, e la concretezza di un mondo moderno.

Il materiale di repertorio, cortesemente fornitoci dall’Archivio audiovisivo del movimento operaio e democratico (AAMOD), arricchisce ancora più questo livello, fornendo allo spettatore la possibilità di vedere in realismo documentaristico lo sfondo storico degli anni in cui si sviluppa la narrazione di finzione.

 

I cantori e i musicisti

Duo della Lega di Cultura di Piadena – per la parte ambientata al Nord

Roberto “Peto” Seniga, Leardo “Micio” Taraschi, conosciuti come il Duo della Lega di Piadena, in provincia di Cremona, sono cantanti di tradizione che hanno contribuito a valorizzare il repertorio di canti popolari. Sono capaci di trasmettere intense emozioni non solo a un pubblico regionale ma anche estero. Tutta la loro attività oggi come in passato non può essere scissa dall’impegno sociale rinnovato costantemente; un lavoro culturale a tutto campo: incisivo, critico, appassionato e rigoroso che li ha portati in primo piano nel mondo della ricerca popolare. Hanno stabilito strettissimi legami con l’Istituto Ernesto de Martino e il Circolo dedicato a Gianni Bosio, loro conterraneo. Hanno collaborato e offerto il loro supporto a numerose altre iniziative e gruppi, convinti oggi come un tempo che i giorni devono essere cantati… da tutti.

 

La Banda della Posta – per la parte ambientata al Sud

E’ un’orchestra campana che ripropone un repertorio di quadriglie, mazurke, polke, valzer e tarantelle degli anni ’20 e ’30. Il gruppo, tutto originario di Calitri in provincia di Avellino, è prodotto da Vinicio Capossela, che pubblica per la sua etichetta La Cupa il primo album della formazione campana: Primo ballo.

 

Cantori della Valnerina – per la parte ambientata al Centro

Gruppo di antiche tradizioni popolari umbre composto da una quindicina di elementi, i Cantori della Valnerina si esibiscono nei canti più caratteristici della valle, legati a particolari momenti dell’anno come la semina, la raccolta e l’epifania. Usano strumenti della tradizione popolare come organetti, fisarmoniche e caccavelle. Rimangono a stretto contatto con le proprie origini e ne cantano le gesta per dare maggior peso alla tradizione. Ne hanno fatto parte Pompilio Pileri e Dante Bartolini, cantori conosciuti ai più grazie al lavoro di ricerca di Valentino Paparelli, docente e tra i massimi esperti di musica popolare e Alessandro Portelli, docente e Presidente del Circolo Gianni Bosio, prestigioso archivio di canti e narrazioni di tradizione orale. In particolare ricordiamo 12 Dicembre a mattina, canto di lotta scritto da Bartolini e restituito al pubblico da Giovanna Marini.

 

Raffaele Schettino, regista e interprete (biografia)

Dopo studi classici e musicali (pianoforte, chitarra blues) si laurea in economia politica a La Sapienza di Roma. Conosce l’Odin Teatret e frequenta il post dottorato di ricerca in arte scenica presso l’Università Federale di Bahia (Brasile) e decide di dedicarsi al teatro come professione. Dal 2003 frequenta vari seminari in Italia, Danimarca e Brasile, da qui inizia la sua carriera come attore. Dal 2009 studia con Giovanna Marini alla scuola di musica di Testaccio a Roma, con cui tiene svariati concerti in Italia e all’estero. In teatro ha lavorato con maestri come Dario Fo, Franca Rame, Jean Paul Denizon (storico assistente di Peter Brook) e gli attori dell’ Odin Teatret. Scrive atti e dirige diverse opere teatrali. Fa parte della Lega di Cultura di Piadena e del Circolo Gianni Bosio. Il mondo magico è il suo primo lungometraggio come regista cinematografico.

 

Spunti di riflessione

(di Raffaele Schettino)

 

1) Il Mondo Magico di Ernesto de Martino parla dei rituali delle comunità a livello mondiale; Il Mondo Magico di Raffaele Schettino parla di una società ritualizzata in cui, a livello antropologico, l’uomo è abituato (e ha bisogno) di stare con gli altri uomini nella semplice quotidianità. Come nei tempi attuali la società ha potuto dimenticare lo stare insieme (e la sua conseguente ritualizzazione) che porta alla vera “magia” della società? In qualche modo è recuperabile, in altre forme, questo bisogno di base?

 

2) Il canto rituale (monodico o polifonico; sacro o profano) ha sempre unito il popolo, quale strumento di catarsi. Perché non si canta più assieme? Potrebbe essere che i canti contadini avessero questa forza e questa specificità proprio perché conseguenti alle azioni fisiche del lavoro agrario, come ci raccontano Dario fo e Franca Rame in “Ci ragiono e canto”? Ha ancora senso studiarli ed analizzarli oggi?

 

3) I canti di tradizione orale ci raccontano fatti della storia “non-raccontata” nei libri di testo ufficiali e spesso sono l’unica testimonianza di fatti della società del tempo, sia in contesti nazionali che internazionali. In che modo (e se) la canzone odierna parla di fatti e accadimenti?

 

4) Molte scene de Il Mondo Magico sono girati all’interno di musei (ecomuseo contadino delle Valli Oglio Chiese di Isola Dovarese, nel Cremonese lombardo; museo etnografico “Beniamino Tartaglia” di Aquilonia, nell’avellinese campano; museo delle antichità di Bonito, nell’avellinese campano) utilizzando gli spazi come scenografia “naturale” per il film. Il museo così si sveste del suo ruolo (considerato erroneamente) fermo nel tempo e prende vita per raccontare la narrazione filmica. Come un’operazione del genere può aiutare i ragazzi a cogliere l’attualità della nostra Memoria leggendo il valore dialettico del passato? Pensate potrebbe essere fruttuoso coinvolgere le classi durante i set, come fatto durante le riprese del film al Museo etnografico di Aquilonia, in cui alcune classi di Bisaccia hanno assistito alle riprese del film?

 

5) Gli attori del film sono, eccettuato il protagonista, tutte persone reali del luogo in cui è girata e raccontata la storia. Essi non sono attori. Ne abbiamo un primo esempio nel neorealismo italiano e in Pier Paolo Pasolini. Ha ancora senso oggi coinvolgere in una produzione audio-visiva persone che non si sono mai trovate dinanzi ad una macchina da presa?

 

6) Il Mondo Magico per la sua realizzazione ha coinvolto comunità intere nelle location dei set, attraverso proloco e associazioni del luogo. Schettino dice “Cercavo delle storie da raccontare, ho trovato delle persone”: in che modo un film, durante la sua realizzazione, può diventare un veicolo di attivazione delle relazioni di una comunità, realizzando lo scopo originario della nascita del rituale?

 

7) Sullo sfondo del film abbiamo i fatti della Seconda Guerra Mondiale, prima e dopo l’armistizio. In particolare, riguardo al Meridione, viene toccata la presenza della guerra nei paesi più piccoli dell’Irpinia, citando anche alcuni fatti dimenticati dalla memoria collettiva. Pensate possa essere importante aprire una riflessione sul ruolo della guerra nelle piccole comunità meridionali e, soprattutto, approfondire l’aspetto de “La partecipazione del Mezzogiorno alla Liberazione d’Italia”, argomento trattato nell’omonima pubblicazione ANPI, a cura di Enzo Fimiani, che pone l’accento sui partigiani meridionali e sul valore nazionale della Resistenza?

 

8) Nel film si parla delle manifestazioni di Terni relative ai licenziamenti del 1952 e del 1953 delle acciaierie. La storia delle acciaierie ternane può essere un argomento da approfondire

 

9) Gianni, il protagonista, è un disertore e per questo deve nascondersi; Gianni, il carabiniere, durante le manifestazioni alle acciaierie, prende posizione a favore dei manifestanti licenziati. Come deve porsi un uomo rispetto alla ragion di Stato, quando essa è in esplicito contrasto con il comune senso di giustizia?

 

10) Quanto l’uomo Gianni, che in qualche modo ignora il Magico e per questo ne rimane vittima, rappresenta l’uomo moderno?

 

11) Nel personaggio della “masca” Teresa ci racconta una donna forte e vendicativa, Mariella una donna emancipata e politicamente impegnata. Spunto di riflessione: luoghi comuni riguardo al ruolo della donna negli anni 40-50: conquiste fatte e conquiste perdute.

 

Schettino