Botteghe storiche: l’incisore di via Fontana

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giornale-di-bordoIn un’epoca in cui l’omologazione ha degradato anche la qualità di molti negozi, soprattutto di tante magnifiche attività artigianali, spicca a San Giovanni un laboratorio in controtendenza, una delle ultime botteghe di incisione libraria. Stiamo parlando del punto vendita – ma sarebbe più giusto definirla “attività di servizio”, se non proprio di “bottega d’arte” – del signor Gianfranco Mancini in via Domenico Fontana 42, a ridosso della Scala Santa.

Qui è possibile ammirare innanzitutto i vecchi arnesi del mestiere, i cosiddetti “compositoi”, cioè una cinquantina di arnesi delle più svariate grandezze, con il manico di legno, che servono, ad esempio, per comporre le parole, i titoli e i nomi degli autori di libri. I caratteri sono di ottone, una volta erano in bronzo. Un fornello a gas permette di riscaldare il compositoio che poi, grazie ad un nastro di oro zecchino, concorre a formare la scritta sulla costa del volume

Quali sono i clienti dei doratori di libri? Soprattutto università, biblioteche, qualche privato. Un tempo anche i gioiellieri per le confezioni. Oggi, purtroppo, questo genere di attività tende a scomparire.

In un’intervista al Televideo Rai, Mancini ha raccontato: “Quando ho finito il militare nel 1981, mio fratello Paolo già lavorava e cuciva i libri in legatoria. Mi ha consigliato di andare da un signore che fra l’altro era anche amico di mio padre, che faceva il doratore. Proprio per rimanere nell’ambito dello stesso settore. In un mese mi ha insegnato le basi del mestiere e poi mi ha lasciato continuare da solo. Mi è piaciuto da subito. Mi sono sentito realizzato. Il laboratorio è piccolo, ma si riempiva di libri impilati uno sull’altro fino al soffitto. C’è stato un tempo in cui qui venivano i restauratori di libri antichi con volumi di grandissimo valore che non avevano il coraggio neanche di lasciare tanto erano preziosi. Si sedevano su un banchetto e aspettavano pazientemente che completassi il lavoro anche per ore. Mi piace pensare che su quei libri antichi ci sia la mia mano, magari saranno in una biblioteca o a casa di qualcuno che sa apprezzare. Qui, sempre una volta, venivano anche gli avvocati con le Gazzette Ufficiali e i testi giuridici che venivano prima rilegati e poi catalogati. Adesso con Internet non hanno più bisogno del cartaceo. Un altro lavoro che è venuto meno. Ancora rimane qualche tesi da fare anche se molti poi decidono per lavori meno costosi. La differenza comunque c’è fra il lavoro artigianale e quello di serie, industriale: è come guardare le foto al computer o messe in un bell’album. E’ una questione di gusto, di tatto, certo bisogna saper provare certe sensazioni. La gente ha perso la gioia di questi particolari”.

Il laboratorio è ancora aperto. Speriamo bene.