Via Orvieto e la ragazza Maria, eroina sconosciuta.

Riportiamo una drammatica storia di quartiere negli anni della guerra, poco conosciuta, descritta dettagliatamente sulla pagina di ROMA CITTA’ APERTA – Gli anni della guerra

28 marzo (203° giorno dell’occupazione)

La ragazza Maria, eroina sconosciuta.

Una vicenda fino ad oggi ignota è quella raccontata dallo scarno linguaggio burocratico del mattinale di polizia al pronto soccorso del San Giovanni, alla data 28 marzo, tre giorni dopo il massacro delle Ardeatine:

«Oggi alle ore 18 sono stati trasportati in questo pronto soccorso sottonotate persone rimaste ferite durante conflitto a fuoco avvenuto poco prima tra elementi sovversivi e Polizia in piazza S.M. Maggiore e via Orvieto.
1) Di Salvo Maria fu Giovanni e di Di Giorgio Giuseppina, nata a Salcito 6.4.1899, ab. via Tuscolana 42; ferita d’arma da fuoco alla regione frontale con spappolamento della sostanza cerebrale, in osservazione, ref. 2838.
2) Mortelliti Luigi di Antonio e di Margherita Pisani, nato Isola Liri 10.8.1928, ab. in via Matera 1, impiegato, ferita d’arma da fuoco transfossa del braccio d. ed emitorace d. con ritenzione del proiettile, in osservazione.
Ref 2835. `
3) Mare Duca Giuseppe, di Giacomo e di Maria Antonovich, nato Zara 10.3.1925, abitante Questura Centrale RSI, ferita d’arma da fuoco II, III e IV dito mano d., gg 30 s.c. ref. 2827
4) Del Vivo Ariberto fu Agostino e di Chiaraluce Catimio, nato a Roma 10.6.1892, ab. viale del Re 240, ferita d’arma da fuoco avambraccio d. gg 20 s.c. ref. 2836.
Accompagnati da Brilli Michele fu Agostino, appartenente alla Questura della RSI e trasportato la Di Salvo con auto 73204 Roma addetta alla Questura condotta da Franci Guglielmo. La Di Salvo alle ore 20,15 è deceduta. Cadavere messo a dis. autorità giudiziaria. ››

Tre patrioti feriti e catturati (la ragazza muore), un poliziotto fascista ferito, nessun libro di storia racconta l’episodio, rimasto celato in un registro del San Giovanni. Ma quella notte, scrive «l’Unità›› clandestina, su un muro di via Orvieto qualcuno sfida il coprifuoco e scrive in vernice bianca «A Roma tutti eroi. Morte ai fascisti e ai tedeschi».
Oggi sappiamo che è la stessa strada dove qualche ora prima era caduta Maria Di Salvo, e dunque quella scritta era un’epigrafe per lei e per i suoi due compagni.