Via Lavinio: il ritorno della serial killer dei gatti

Da qualche mese via Lavinio e  la cosiddetta “serial killer dei gatti”, ritorna purtroppo alla ribalta. Cosi scrive il Coordinamento Gatti via Lavinio, gruppo di privati cittadini e volontari animalisti che, da oltre 13 anni, seguono e cercano di risolvere questa annosa vicenda.
“Dopo diversi mesi di silenzio, durante i quali le nostre forze si sono sempre concentrate alla ricerca di una soluzione a questo caso, siamo di nuovo qui ad aggiornarvi sulla triste e nota vicenda dell'”infermabile” cosiddetta Serial killer dei gatti di Via Lavinio.
Non vi stiamo a raccontare la vicenda dai suoi albori, perché ormai è ben nota.
Vi vogliamo, però, raccontare gli ultimi fatti accaduti, ai quali, come ormai accade da diverso tempo su questa vicenda, nessuno ha mai dato seguito.
A metà novembre 2020, riceviamo segnalazione con foto della presenza, all’interno dell’appartamento di Norma A., di un gatto certosino con un collarino (foto presente in questo post). La stessa persona che ha fotografato e visto questo micio ha dichiarato, e segnalato, anche la presenza di un altro gatto, presumibilmente nero, che non ha fatto però in tempo a fotografare.
La dichiarazione scritta della segnalante è stata prontamente girata da Antonio Colonna (esperto di reati in danno agli animali che ci ha seguito in questi ultimi anni) alla Procura della Repubblica di Roma, all’attenzione del Magistrato che, dal 2017, segue il caso di Norma A..
La nostra speranza era una solerte risposta da parte del Pm e l’emanazione di un ennesimo mandato di perquisizione (il quinto) che ci avrebbe, perlomeno, permesso di mettere in salvo i due gatti presenti all’interno dell’appartamento (e gli eventuali ulteriori mici di cui non eravamo a conoscenza).
Questo non avrebbe ovviamente risolto il caso, ma avrebbe almeno salvato la vita ai gatti.
Ricordiamo che, nelle precedenti perquisizioni avvenute tra il 2017 e il 2019, sono stati salvati dall’appuntamento gatti in condizioni psico fisiche fortemente compromesse e rinvenute carcasse di gatti.
Purtroppo, tutto ha taciuto (e continua tutt’ora a tacere) dal fronte della Procura di Roma.
Sono passati 4 mesi e fortemente dubitiamo che quel, o quei gatti, siano ancora vivi.
Successivamente, dopo poco tempo, un condomino del palazzo di Via Lavinio ci ha segnalato che la signora in questione era stata avvistata con un bustone con all’interno un gatto. Purtroppo, chi ha visto con i propri occhi, non ha voluto rendere segnalazione scritta e noi non abbiamo potuto girare nulla al PM.
La scorsa settimana (marzo 2021) siamo stati nuovamente contattati, sempre da un condomino del palazzo, il quale ci ha riferito che una signora, avendo sentito miagolii di cucciolo di gatto provenire dall’appartamento della donna di cui parliamo e avendola incontrata sulle scale, le ha chiesto se a casa sua fossero presenti dei gatti; Norma A. avrebbe prontamente risposto che sì, in casa aveva un gattino molto piccolo.
Anche in questo caso, nonostante le nostre insistenze, non siamo riusciti ad ottenere una dichiarazione scritta e, nuovamente, non abbiamo potuto integrare il fascicolo del PM.
Parallelamente a queste vicende, siamo stati informati che la presidente del Municipio VII, Monica Lozzi (che ringraziamo vivamente per il suo interessamento) in data 2 novembre 2020, ha inviato richiesta formale e urgente di intervento per definitiva risoluzione del caso Norma A., direttamente alla sindaca Virginia Raggi e al Dirigente Dipartimento Ambiente del Comune di Roma.
La richiesta era di “emettere i provvedimenti necessari atti ad impedire la detenzione di animali d’affezione da parte della signora N.A., considerata la sua dimostrata e reiterata incapacità di prendersene cura e al fine di tutelare la salute degli animali stessi”.
La risposta di ambedue le cariche, per quanto ne sappiamo, fino ad oggi e, in oltre 4 mesi, non c’è stata.
La tizia continua a cercare e a prendere gatti, di questo ne abbiamo certezza assoluta e anche documentata.
Nessuno sa la fine che hanno fatto, che fanno, e che continueranno a fare gli animali che entrano in quella casa.
Siamo veramente esterrefatti e basiti di come gli enti pubblici coinvolti (Asl, Servizi Sociali, Dipartimento Salute Mentale, Dipartimento Ambiente, Sindaco del Comune di Roma) non siano, fino ad oggi e dopo oltre 15 anni, riusciti a intervenire efficacemente su questo annoso caso.
Per chiarezza, vogliamo ribadire che in questi anni abbiamo contattato e chiesto aiuto a tutte le associazioni animaliste, a tutti i corpi di guardie zoofile,
a tutte le forze di polizia, ai media (testate giornalistiche nazionali e locali, in primis la scrittrice e giornalista Margherita D’Amico che ha pubblicato vari articoli su questo caso, Massimo Leopardi direttore di Veggie Channel che ha girato un documentario di oltre mezz’ora su tutta la vicenda), alle trasmissioni televisive (Striscia la notizia, che ha mandato in onda un servizio con Edoardo Stoppa; Le Iene, che prepararono un servizio nel 2018 che non mandarono, però, mai in onda).
Pubblichiamo questo post perché, nonostante farebbe comodo a molti, non vogliamo che cali il silenzio su questa storia di ordinario orrore.
Essendo stato impossibile salvarli fisicamente, vogliamo, con questa nota, far conoscere a tutti voi l’esistenza di questi due gatti, che non sono solo numeri, ma individui che sono ancora in attesa di giustizia.”