Via Carlo Felice, via alle uscite volontarie dal palazzo occupato

CarloFeliceSono cominciate le uscite volontarie e assistite dall’immobile occupato di via Carlo Felice 69, tra San Giovanni e Santa Croce in Gerusalemme. L’edificio è di proprietà della Banca d’Italia ed è occupato da diversi anni. A livello stradale ospita un punto ristoro e nel sotterraneo una ciclofficina. E’ inoltre sede di una radio privata.

Le persone in condizione di fragilità che lasceranno l’edificio verranno accolte e supportate con percorsi di inserimento, grazie alle risorse e agli strumenti messi a disposizione dalla società Sidief SpA (proprietaria dell’immobile), dall’Ater Regione Lazio e dal Dipartimento Politiche Sociali di Roma Capitale. Tutti gli interessati hanno già sottoscritto un progetto di inclusione sociale. Per tutta la durata delle operazioni sarà presente la Sala Operativa Sociale di Roma Capitale, svolgendo attività di mediazione e aiuto.

Le strutture in cui si trasferiranno gli ex occupanti garantiranno ai minorenni la possibilità di continuare la scuola e a tutti quella di mantenere normalità quotidiana e abitudini. Il percorso è stato pianificato al termine dei colloqui al Municipio I, grazie al coordinamento del Dipartimento Politiche Sociali di Roma Capitale. Un lavoro che si è sviluppato sulla base del censimento e di un’analisi caso per caso di persone e famiglie.

Il tavolo di lavoro con il Municipio e la proprietà dell’immobile è stato promosso nei mesi scorsi da Regione e Campidoglio per ricercare una soluzione condivisa, in grado di garantire la legalità e il rispetto dei diritti delle persone.

Nel condominio di via Carlo Felice 69 nell’ottobre 2014 avvenne un gravissimo fatto di cronaca: una donna marocchina di 42 anni dopo aver litigato con il marito lo ferì all’addome con un coltello e poi uccise a colpi di mannaia due figli di 9 e 3 anni, riducendo in fin di vita la terza bimba di 5 anni. Infine si tolse la vita, trovata nella vasca da bagno con un taglio alla gola e una cinta al collo.