Via Amba Aradam, libro su Anna Magnani

AmbaAradamIn via dell’Amba Aradam, dove Anna Magnani ha vissuto parte della sua vita, il giovane Matteo Persica, innamorato della grande attrice romana, presenterà sabato 19 marzo, dalle ore 18,30, il suo bel libro “Anna Magnani, biografia di una donna” di ben 414 pagine. Appuntamento a “Hop Book”, via dell’Amba Aradam 29/a.

Matteo Persica, scrittore trentaquattrenne, ha speso molti anni, ben otto, alla ricerca di testimonianze, interviste, materiale inedito su quella che reputa la più grande interprete del nostro Novecento cinematografico. Ha iniziato a farlo a 25 anni, quando organizzava eventi per alcuni cinema e teatri di Roma. Su consiglio di Giancarlo Governi, ne organizza uno per Anna Magnani (un documentario di tre ore, proiettato alla Sala Umberto nel 2008) e da lì la scintilla.

Ringrazia, in particolare, la signora Ada Ponzi, la governante di Anna Magnani al tempo di “Roma città aperta”, che gli ha donato i suoi ricordi (“Sei il primo a cui li racconto” gli disse). Grazie a lei ha scoperto tanto di Anna e anche di quel periodo.

Il giovane autore ha raccolto altre testimonianze da chi la conosceva. Ad esempio di colleghi, amici, nonché materiale utile raccolto da Luca Magnani, figlio dell’attrice.

Il libro non rappresenta la classica biografia, piuttosto un immaginario “dialogo” che la Magnani tiene con i suoi lettori. L’autore sottolinea la grandezza dell’attrice, “esempio di integrità morale, una donna che non è mai scesa a compromessi, né con gli altri, né con la vita, una donna che ha sofferto, che ha vinto molto nella sua vita, ma che ha perso anche tantissimo, che pur di non scendere a compromessi ha scelto di mettersi da parte verso la fine della sua carriera”. Spiega: “Pensiamo solo al fatto che dopo ‘Mamma Roma’ diretto da Pasolini, la Magnani non lavorò più in Italia, non veniva ben vista dai produttori, dai registi… la consideravano un’attrice difficile, che voleva sempre metter bocca sulle sceneggiature, intrattabile sul set… In realtà lei voleva solo creare, esprimersi e, forse, questo dava fastidio a qualcuno che voleva personaggi più trattabili, più facili da gestire”.

Secondo il giovane autore, la Magnani creò l’espressione di una popolazione che fino a quel momento non era mai stata rappresentata sullo schermo. Forse questo dava fastidio a qualcuno.

 

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