Romeni in Italia: l’analisi dell’Idos

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RomaniaAlla luce dell’ultimo Dossier Statistico Immigrazione, il dottor Antonio Ricci del Centro studi e ricerche Idos, con sede in via Arrigo Davila 16, ha pubblicato un interessante testo sulla presenza romena in Italia.

“Alla luce dei dati raccolti nell’edizione 2015 del Dossier Statistico Immigrazione, la Romania si conferma ancora tra i paesi a più forte pressione migratoria nel mondo – esordisce il dottor Ricci. “Secondo le Nazioni Unite nel 2013 ben il 16,9% dei cittadini romeni vive al di fuori del paese dove è nato, per un totale cioè di 3.325.825 emigrati nel mondo”. Una tendenza che, nonostante i crescenti flussi di ritorno, non accenna a spegnersi dal momento che nel periodo 2010-2015 il saldo negativo è di oltre 437mila persone.

L’Italia, è noto, costituisce la meta privilegiata di approdo. Nel 2014 erano 1.131.839 i romeni residenti in Italia, pari al 22,6% del totale degli stranieri residenti, un numero pari ad un terzo del totale dei cittadini romeni emigrati all’estero (34%) e al 5,8% della popolazione nazionale.

“Prossimità geografica e culturale, differenziale di sviluppo, network migratori di carattere familiare, religioso ed economico, il rapporto inversamente proporzionale tra flussi di investimenti e flussi migratori: queste sono le principali voci che hanno contribuito al consolidarsi in Italia di questa grande comunità – spiega Ricci. “I romeni si confermano di gran lunga la prima comunità, precedendo i marocchini e gli albanesi fermi a mezzo milione di residenti”.

Ed ancora: “Se è vero che la crescita più vivace della comunità romena in Italia si è registrata nel decennio 2001-2011, periodo durante il quale le presenze si sono decuplicate anche grazie all’accesso nel 2007 al regime di libera circolazione comunitaria, tra il 2013 e il 2014 l’incremento dei cittadini romeni, cresciuti del 4,7% (oltre 50mila individui in più), è risultato ancora una volta particolarmente significativo – continua Ricci. “La comunità è presente nell’intero territorio italiano, con una spiccata prevalenza nelle regioni centro-settentrionali. Il maggior numero si concentra nella provincia di Roma, ove nel 2014 risiedono più cittadini romeni di quanti non ve ne siano in tutto il Mezzogiorno (oltre 176mila, il 15,6% del totale). In tutti i comuni della provincia di Roma i romeni risultano la prima collettività per numero di residenti. Le comunità più consistenti, oltre che a Roma, si registrano a Guidonia Montecelio (oltre 7.000), Aprilia e Tivoli (oltre 5.000 ciascuna), Fiumicino e Ladispoli (oltre 4.500 ciascuna)”.

Ricci compie anche un’interessante analisi sociologica. “La comunità romena non solo cresce, ma consolida il proprio radicamento in Italia intensificando il carattere familiare della propria presenza. Sono diversi gli indicatori che attestano questa tendenza:

– continua ad essere elevato il numero dei romeni che acquisiscono la cittadinanza italiana: secondo i dati Eurostat tra il 2008 e il 2013 sono 21.878 i romeni divenuti italiani (di cui 4.386 nel 2013);

– secondo i dati Istat tra il 2000 e il 2013 sono nati in Italia complessivamente 120.348 bambini con madre romena e padre romeno o straniero (nonostante l’inizio recente dei flussi, si tratta di un consistente numero di persone di “seconda generazione”). Nel 2013 si è raggiunto il numero massimo con 15.920 nuovi nati romeni in Italia, pari a un quinto del totale dei nati da entrambi i genitori stranieri. A questi si possono aggiungere circa 5mila figli nati da coppie miste italo-romene;

– i matrimoni misti italo-romeni celebrati nel 2013 sono stati 2.919, di cui 2.758 tra uomini italiani e donne romene; invece le nozze celebrate nel 2013 fra romeni e coniugi non italiano sono stati 952, di cui 714 con entrambi i coniugi romeni;

– anche nell’ambito degli alunni iscritti nelle scuole italiane la rilevanza dei bambini romeni risulta in costante crescita: sono il 19,3% del totale (157.497 gli iscritti) nell’anno scolastico 2014/2015;

– parimenti, il radicamento delle famiglie romene emerge in considerazione del numero crescente di studenti romeni iscritti nelle università italiane (6.615 nell’anno scolastico 2013/2014), di cui i due terzi hanno conseguito il titolo di maturità in Italia.

Ricci analizza anche la presenza romena nel mondo del lavoro. “La comunità straniera con più occupati si conferma nel 2014 la Romania, da cui proviene oltre un quinto degli stranieri occupati in Italia (21,7%, ossia 769.584 persone) – evidenzia il ricercatore. “Tra i nuovi assunti i romeni hanno un’incidenza ancora più alta (quasi il 30%). La frammentazione del percorso lavorativo è testimoniata dalla frequenza di più assunzioni ripetute nel corso dello stesso anno, intervallate da periodi di disoccupazione o inserimento nel mercato del lavoro nero. I settori prevalenti di inserimento sono i servizi (428.311, pari al 55,7%) e l’industria (175.991, pari al 22,9%), con punte più alte rispettivamente nei comparti dei servizi alla persona e dell’edilizia. In quest’ultimo comparto i romeni rappresentano il 40% degli stranieri impiegati. Molto al di sopra della media nazionale si colloca il settore dell’agricoltura con 101.392 addetti (13,2% del totale dei romeni occupati)”.

Sono 58.758 i titolari di imprese individuali nati in Romania. Il primo settore di impresa è l’edilizia (55,5%), seguita da commercio (11,1%) e manifattura (4,6%). I romeni hanno raggiunto anche il primo posto per rimesse all’estero, con 876 milioni di euro inviati dai suoi immigrati (+1,8%).

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