Muro, il museo della street art al Quadraro

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Un museo di street art per consacrare questa tecnica sempre più diffusa soprattutto nelle periferie delle grandi città. E’ il “Muro”, Museo di Urban Art di Roma, creato nel 2010 da David Vecchiato, in arte “Diavù”. L’iniziativa ha visto la luce sei anni fa grazie ai primi murales realizzati da Diavù nell’area del quartiere Quadraro e ha attualmente opere visitabili anche nei quartieri Ville Alessandrine e Torpignattara. Dopo i primi due anni di gestazione, in cui sono stati realizzati i primi murales, ha preso ufficialmente il via nel 2012 come progetto patrocinato dal V Municipio del Comune di Roma (ex VI) e dalla Provincia di Roma.

Si tratta del primo progetto di museo all’aperto, grazie ai murales, completamente integrato nel tessuto sociale, ideato per far relazionare gli artisti con la conformazione e la storia dei luoghi di convivenza sociale dove realizzano le proprie opere. Emblematica, in tal senso, è una delle opere più note e significative, realizzata ad aprile 2014 dall’artista romano Lucamaleonte: si tratta di “Nido di vespe” in via del Monte del Grano, un’opera che ricorda l’appellativo che i nazisti diedero a questo quartiere per la forte opposizione ai soprusi tedeschi e al diffuso spirito antifascista. L’opera sottolinea l’orgoglio con cui i cittadini del Quadraro conservano ancora quell’appellativo che i nazisti diedero al quartiere in segno di disprezzo e che ricorda il drammatico episodio del 17 aprile 1944, verso le quattro del mattino, quando al Quadraro scattò il piano “Unternehmen walfisch” (“Operazione balena”), feroce rastrellamento ad opera della Gestapo e della polizia fascista condotto personalmente dal comandante Kappler per punire il quartiere di Roma che fu uno dei più attivi e organizzati centri della Resistenza in Italia.

A quella stessa ferita storica è dedicato un altro murale, ad opera di Gary Baseman (in largo dei Quintili).

La collezione di opere di street art, principalmente murales, appartiene alla comunità ed attualmente comprende 21 lavori realizzati da importanti firme, tra cui appunto Lucamaleonte, uno di più noti e apprezzati.

Tra gli altri artisti va certamente citato lo statunitense Ron English, street artist, il quale lavora in strada dagli anni Ottanta, ed è inoltre uno dei fondatori e degli esponenti più apprezzati del movimento Pop Surrealism. In occasione dell’intervento di English al Quadraro, Sky Arte ha realizzato un documentario prodotto da Level 33 e dal musicista romano d’origine molisana e appassionato d’arte contemporanea Matteo Maffucci (Zero Assoluto), curato dallo stesso Diavù.

In quell’occasione c’è stato un simpatico siparietto: lo storico Gino Scarano, noto come il barbiere di Totò ma anche come cantante di arie romanesche, ha proposto all’artista americano di tagliargli i capelli. English gli racconterà che anche suo padre era barbiere, si lascerà tagliare i capelli e lascerà a Gino un disegno.

Il Muro è quindi un progetto di museo a cielo aperto, pubblico e gratuito, che nasce “dal basso”, ovvero non è imposto ai cittadini e al territorio da amministrazioni, curatori, finanziatori, sponsor o altri fattori esterni. Le opere vengono proposte e discusse con i rappresentanti dei comitati di quartiere e con i cittadini stessi, attraverso social networks e incontri pubblici.

Il lavoro di realizzazione è poi curato dallo staff del Museo di Urban Art di Roma, diretto appunto dall’ideatore David “Diavù” Vecchiato, seguito dai responsabili Giorgio Silvestrelli, Sergio Santangelo e Alessandro Bentivegna, ed amministrato dall’art agency Mondopop.

L’idea alla base del Muro, come si legge nel testo di presentazione, è “trasformare alcune aree della città di Roma in percorsi di un museo a cielo aperto dove l’arte contemporanea abbia la possibilità di interagire quotidianamente con i cittadini, così come avviene nelle strade delle città di tutto il mondo grazie alle opere spontanee di street art. Gli interventi artistici sono però in questo caso suggeriti e guidati da una curatela che mira a rapportarsi con i cittadini che vivono e frequentano quegli spazi, oltre che con la storia degli spazi stessi e con gli artisti, con l’intento di realizzare opere che siano davvero volute, condivise ed apprezzate, e che disegnino un nuovo strato culturale nel panorama urbano, capace di rispettare e divulgare le memorie, le caratteristiche e l’identità stessa del territorio che lo ospita”.

Stimolare un rinascimento dell’arte pubblica contemporanea è uno degli obiettivi del Muro.

In attesa di offrire anche una piattaforma stabile ai propri visitatori il Muro è per ora un museo all’aperto, una collezione di opere di artisti di tutto il mondo realizzate per i cittadini nelle strade e in altri spazi, privati e pubblici del Comune di Roma.

Come raggiungerlo: il Museo di Urban Art di Roma si può visitare iniziando il percorso dalla fermata della metro linea A Porta Furba Quadraro.

Artisti: Marco About Bevivino, Nicola Alessandrini, Jim Avignon, Gary Baseman, Zelda Bomba, Alberto Corradi, Diavù, Dilkabear, Ron English, Camilla Falsino, Malo Farfan, Massimo Giacon, Lucamaleonte, Alice Pasquini, Paolo Petrangeli, Gio Pistone, Irene Rinaldi, Alessandro Sardella, Beau Stanton, Mr. Thoms e Veks Van Hillik.

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