La sporcizia all’ Appio Latino e in tutta Roma è un incubo

Ci troviamo a Ponte Lungo, ieri pomeriggio, alle scale della metropolitana, frequentata da migliaia di persone ogni giorno; giovani, anziani, bambini, turisti. E’ una foto come tante, in un qualsiasi angolo del quartiere, in un qualsiasi angolo di Roma. Immagini simili a Roma ne puoi scovare a migliaia. L’immondizia cresce, si accumula nelle strade, striscia, si infila in tutti gli anfratti della città, come un’enorme piovra  che avanza inesorabile. E come ciliegina sulla torta, la beffa finale, la tariffa rifiuti tra le più alte in Italia. Qualcuno ci prova ad arginare questo degrado: tante persone di buona volontà, cittadini comuni, associazioni di volontari, che passano le giornata a cercare di mantenere pulite le strade, i parchi, le ville comunali, ma è una goccia in un oceano pieno zeppo di rifiuti. E poi l’altra faccia della medaglia, quella istituzionale,  leggiamo che c’è il netturbino che non può esporsi a “deambulazione protratta”. E che quindi va piazzato in portineria. Meglio ancora se in ufficio, davanti a un computer. Poi c’è il collega che, per evitare qualsiasi equivoco, ha presentato un certificato che recita così: “Non adibire alla spazzatura”. Una capitale tra le più sporche del mondo, più sporca di Bangkok e di tante città del cosiddetto “terzo mondo”, sottolineato anche dalla rivista inglese “Time out”. Signori questa è Roma, i sindaci si alternano ma la situazione non cambia e forse, l’unica alternativa è farci adottare da qualche nazione Europea che possa risanare un territorio completamente abbandonato a se stesso.

(foto di Simona Domini – Quartiere appio-Latino-Tuscolano)