L’ inarrestabile caduta della città eterna (di Marco Nagni)

5Possiamo continuare a chiederci perche’ Roma, nonostante la sua millenaria storia, raccolga circa un quarto dei visitatori di Parigi e un terzo di Londra. E possiamo stupirci del fatto che il 75% dei visitatori stranieri della capitale dichiarino di non voler tornare a Roma. Possiamo ignorare i disagi che i nostri ospiti subiscono tra venditori ambulanti, scippi, mancanza di segnaletica, scioperi, traffico, caos dei trasporti, speculazioni commerciali ( frutta nei furgoni a 5 euro al chilo acqua minerale piccola 3 euro ) e infine centurioni con flip flop al posto delle calighe che chiedono minacciosi 20-30 euro per un selfie.
Quello che, da cittadini, non possiamo ignorare e’ lo stato di degradante abbandono della citta’.
Un esempio: lo stato delle mura Aureliane tratto tra Porta Latina e porta San Sebastiano un vero e proprio simbolo dell’indifferenza alla salvaguardia del patrimonio archeologico e dell’ incolumita’ delle persone.
Come conseguenza del terremoto di Amatrice abbiamo verificato l’insorgenza di numerose crepe alla base delle mura, con importante caduta di materiali che hanno lasciata esposta alle intemperie la malta originaria. Se avvenisse (come gia’ successo due volte nella stessa area) il collasso e il crollo della torre lesionata saremmo costretti a chiudere il Museo delle Mura, che ospita centinaia di turisti ogni giorno, e dovremmo sostenere costi almeno 5 volte superiori a un consolidamento preventivo in situ. Inoltre esiste un oggettivo pericolo per l’incolumita’ degli automobilisti e pedoni che utilizzano la via sottostante in caso di crollo. Del problema sono perfettamente consapevoli sia la sovrintendenza ai beni archeologici della capitale sia il Comune di Roma, prova ne sia che si e’, gia’ da tempo, provveduto a restringere la sede stratale alle auto nella speranza di evitare tragedie annunciate.
Ministro Franceschini Lei, domenica prossima innaugurera’ la seconda giornata “Appia Day” dedicata alla via Appia, la consolare piu’ nota e cara ai romani e ai cristiani, con feste celebrazioni e discorsi solenni. Conosce un modo piu’ virtuoso di onorare e celebrare la Nostra Via Appia, la “regina viarum”, che non sia un solenne impegno a ripristinare al piu’ presto lo stato originario delle Mura Aureliane?

Marco Nagni