Insomma, ci potremmo ritrovare un vicino che usa questo prodotto per il proprio giardino, ma anche un uso in un parco pubblico.
La decisione dell’organismo comunitario arriva dopo alcuni fallimentari tentativi di raggiungere una maggioranza qualificata all’interno dello Standing Committee e poi dell’Appeal Committee convocata lo scorso 24 giugno. Entrambi i comitati rappresentano gli Stati membri dell’Unione europea.
“La Commissione sta ignorando il parere della comunità scientifica, nonché la voce dei cittadini – tuona Gaetano Pascale, presidente di Slow Food Italia. Infatti va ricordato che oltre due milioni di cittadini europei hanno sottoscritto la petizione per chiedere la messa al bando del glifosato.
Il presidente di Slow Food sostiene che andrebbero banditi tutti gli utilizzi che comportino un alto rischio di esposizione sia per la popolazione sia per gli operatori, come l’impiego di glifosato nei giardini e nelle abitazioni private, così come lo spargimento nei parchi pubblici, sulle strade e lungo le linee ferroviarie.
Ancora più importante è proibire l’irrorazione sulle colture alimentari prima del raccolto, in modo da evitare che rimangano quantità eccessive di residui negli alimenti.