Giornata mondiale dell’acqua: alla scoperta degli acquedotti

CarloInfanteA Roma, mercoledì 22 marzo, per la Giornata Mondiale dell’Acqua, si rinnoverà l’appuntamento con i walkabout condotti da Carlo Infante con i ragazzi della scuola secondaria di primo grado “Duca d’Aosta” di via Orvieto e i bambini della primaria “Diaz” di via Acireale.

I percorsi d’acqua tracciano il corso della storia, da sempre, per qualsiasi luogo, tanto più per Roma, la “città delle acque”.

Roma esprime un esempio emblematico sul valore universale che l’acqua rappresenta in quanto “bene comune”, grazie al sistema degli acquedotti, ben 11, costruiti fin dal 312 a.C. La capacità totale dei nove più antichi acquedotti, era di circa 992.200 mq al giorno. Se si calcola a circa un milione di persone la popolazione di Roma in età traianea ne risulterebbe una disponibilità di circa 1000 litri per abitante. Un capolavoro d’ingegneria idraulica.

L’articolazione del progetto di performing media per l’”apprendimento dappertutto” prevede un’esplorazione partecipata basata su un particolare format che utilizza un sistema whisper-radio, il walkabout (vedi scheda allegata) che attraverserà il quartiere Tuscolano, seguendo il tracciato dell’Acquedotto Felice.

L’Acquedotto Felice fu iniziato da Gregorio XIII nel 1583 e terminato nel 1585 da papa Sisto V (Felice Peretti), dal nome di battesimo del quale prende il nome. Il condotto, proveniente da sorgenti situate tra Zagarolo e Palestrina, aveva il compito di rifornire le zone dell’Esquilino, Viminale e Quirinale ma soprattutto la bellissima villa Montalto, di proprietà dello stesso Sisto V. L’Acquedotto Felice utilizzando anche le antiche arcuazioni del ramo dioclezianeo dell’Aqua Marcia per proseguire sul tratto delle Mura Aureliane trasformate in acquedotto e dirigersi verso la mostra d’acqua terminale, la fontana del Mosè.

Durante la passeggiata, oltre a conversare con i ragazzi ascolteremo alcuni brevi audioclip che facciano “parlare” gli alberi, le fontanelle e l’Acquedotto Felice, il “dotto acquedotto”.

La città si rivelerà attraverso le sue espressioni più naturali, gli alberi e i suoi percorsi d’acqua.

Ci parlerà, in una sollecitazione per porre una nuova attenzione alla città, come spazio vitale da rigenerare a partire dalla nostra disponibilità immaginaria a pensarla per migliorarla.
“L’unico vero viaggio verso la scoperta non consiste nella ricerca di nuovi paesaggi, ma nell’avere nuovi occhi.” (Marcel Proust)