Giornali: continua il crollo, con qualche distinguo

giornaliContinua il crollo di vendite e di diffusione dei giornali italiani, con qualche minimo distinguo. Lo attesta l’ultima ricerca di Ads relativa ad ottobre 2016. Solo pochi giorni fa, Mediobanca aveva diffuso gli amari risultati di una propria indagine sull’argomento, da cui emerge che dal 2011 al 2015, i nove principali gruppi editoriali italiani hanno perso il 32,6 per cento del fatturato (-1,8 miliardi), cumulato perdite nette per due miliardi e ridotto la forza lavoro di oltre 4.500 unità, scendendo a 13mila dipendenti totali. Conseguenza del crollo della carta stampata: in cinque anni le vendite di quotidiani sono scese di un milione di copie, cioè da 2,8 a 1,8 milioni totali (-34 per cento). I quattro maggiori giornali italiani registrano cali di lettori tra il 17 e il 37 per cento nel periodo 2011-2015: Il Sole 24Ore è quello che ha contenuto maggiormente la flessione, arrestandola a -17 per cento, La Repubblica ha fatto invece registrare un meno 37 per cento, dato peggiore tra i quattro. La Stampa e Il Corriere della Sera registrano rispettivamente un meno 25 e 35 per cento.
Gli ultimi dati, riguardanti ottobre 2016, vedono un leggero recupero del Corriere della Sera (più 2,44 per cento) che portano il giornale ad una diffusione di quasi 318mila copie, mentre Repubblica, ancora in caduta libera (meno 8,05 per cento) ha 247mila copie quotidiane. Leggera salita per Il Sole 24 Ore (+1,72 per cento, 206mila copie), scende invece La Stampa (-1,78 per cento, 177mila copie).
In caduta Il Messaggero, che addirittura viene scavalcato nella classifica generale dall’Avvenire: il primo perde ben cinquemila copie in un mese, il secondo ne guadagna oltre seimila.
Vero e proprio crollo per Il Corriere delle Sport (meno 12,8 per cento), da 101mila a 88mila copie. Il Fatto quotidiano è a 47mila copie, Libero è a 34mila copie, Il Tempo è crollato a 16mila copie.