“Catilina” al teatro Orione, prova ampiamente superata

catilina-gallery-1_nuovo-teatro-orioneRacconta Sallustio, senatore e storico romano, che Catilina, oltre ad avere nobili origini (“nobili genere natus”) – ed in effetti apparteneva alla gens dei Sergii dal passato glorioso, ma piuttosto decaduta – esternava un grande vigore d’animo e di membra (“magna vi et animi et corporis”), benché accompagnato da un ingegno malvagio. Una sintesi, decisamente fedele, da cui ha tratto linfa la rilettura del controverso senatore romano operata da Claudio Romano Politi, autore della pièce teatrale in due atti in scena in questi giorni al Nuovo Teatro Orione di via Tortona. Tra le ispirazioni, anche la biografia “Catilina” di Massimo Fini, pubblicata nel 1996.

La rappresentazione teatrale s’immerge quindi in uno spaccato storico che, in fondo, racchiude bene le principali componenti umane che hanno accompagnato il lungo cammino imperiale romano (e quello di tanti altri cicli storici), compresso tra indubbie prove di vigore e di valore, alta oratoria, ma anche tradimenti, brogli e malvagità.

Ambiziosa ed eloquente, pertanto, la scelta teatrale di concentrarsi sulla figura di questo fiero senatore romano che ha vissuto pienamente i suoi 46 anni prima di essere ucciso e decapitato in battaglia a Pistoia nel 62 avanti Cristo insieme ai suoi 20mila soldati. Una morte decorosa per il tempo, nel pieno di un combattimento; tragico e naturale finale di un personaggio che è stato soprattutto un ottimo soldato, ma la cui fama militare – acquisita principalmente nella guerra marsica contro le popolazioni italiche (Sanniti in prima fila) a fianco del generale Strabone e in Asia con Silla –– sarà offuscata per sempre dal tentativo di congiura.

E dal momento che la storia la scrivono i vincitori, la biografia di Catilina è stata modellata da Sallustio e compagni mettendo in risalto atto degni del peggiore malfattore: è vero che ha stuprato una vestale di cui era innamorato da ragazzo, ha decapitato suo cognato Marco Mario Gratidiano (la cui testa getterà nel Foro ai piedi di Silla), potrebbe aver ucciso un figlio in quanto presunto ostacolo alle sue nuove nozze e ha compiuto bagordi di ogni genere, ma è altrettanto vero che è stato un fiero combattente, leale e coraggioso, prodigo e temerario, generoso e sincero, con abilità oratoria e grande ascendente sul popolo, fedele nelle amicizie, marito innamorato, protagonista di una fulminante carriera politica nonostante i suoi avversari abbiano fatto di tutto – dalle denunce ai brogli elettorali – per annientarlo. Certo, resta anche il neo della famosa “congiura”: però questo tentativo va calato come extrema ratio nel contesto politico del tempo, caratterizzato dal massimo degrado morale. E ovviamente non è che oggi le cose siano molto cambiate: da qui anche l’attualità del lavoro teatrale ambientato nei decenni appena precedenti la nascita di Cristo.

Insomma, in questo “Catilina” in scena all’Orione la figura del noto senatore romano viene in un certo senso riabilitata, facendo emergere la sua coerenza in mezzo a tante scelte opportunistiche di amici e nemici, compreso quel personaggio piuttosto vile di Cicerone (al contrario di come ce lo riporta la storia, scritta sempre dai vincitori), uno dei suoi più acerrimi nemici.

La rappresentazione teatrale è ben curata, ottimo il soggetto, gli attori sono bravi (una ventina le presenze sceniche), impeccabili i costumi, validi gli allestimenti, bene le luci di Tommaso Natale. Le musiche scritte da monsignor Marco Frisina costituiscono una garanzia, così come le scenografie di Gianluca Amodio, autore anche di quelle di “Riccardo III” di Gassman.

Insomma, uno spettacolo avvincente che ben coniuga lo spessore di alcune “esternazioni” del protagonista con le più scenografiche azioni belliche. Sin dall’inizio, infatti, ad animare la scena è un manipolo di prudenti soldati romani che raggiungono il palcoscenico direttamente dalla platea, alimentando il pathos dello spettatore, mentre un discorso di Silla immerge subito nelle atmosfere del tempo. La trama si snoda fedele ai testi storici, rinnovando ricordi scolastici ed entusiasmo per gli amanti di storia romana. Due soli appunti: in alcuni passaggi il soggetto è troppo didascalico, mentre il ruolo delle donne è un po’ sbiadito. Qualche piccolo problema con i microfoni, che purtroppo rompono la fedele rappresentazione del contesto storico.

Molto bravo il protagonista, Marco Rossetti (noto al grande pubblico per i suoi ruoli in “Distretto di polizia”, “R.I.S.” e “Squadra mobile”), in un Catilina decisamente carismatico e trascinapopolo, forte dell’appoggio della plebe e degli schiavi grazie soprattutto alle promesse di provvedimenti per azzerare i debiti del popolo, per ridistribuire le terre demaniali e le prede di guerra (una sorta di alfiere del protocomunismo, come ha osservato qualcuno, o forse più correttamente della irrequieta e muscolosa “destra sociale”).

Hanno superato la prova anche gli altri attori, tra cui Roberta Azzarone, Ivano Calafato, Camillo Marcello Ciorciaro, Daniel De Rossi (nei panni di Cicerone), Diletta Masetti, Paolo Perinelli, Igor Petrotto, Manuele Piemonti, Manuel Ricco, Roberta Rigano, Valeria Zazzaretta.

Ottima la regia di Carlo Oldani

Nuovo Teatro Orione, via Tortona 7, Roma (Appio), fino al 16 ottobre 2016.

ORARI BOTTEGHINO: Martedì – Domenica mattina: dalle 10 alle 13; pomeriggio: dalle 15 alle 19. Informazioni: 06-77206960.

 

(G.C.)