ANALISI / Rai, ma c’è bisogno di discutere per un tetto a 240mila?

RaiIl Senato ha approvato una norma, valida per dipendenti e consulenti della Rai, che prevede un tetto di 240mila euro annui per gli stipendi nella tv di Stato. Praticamente 20mila euro al mese. Norma non aleatoria: sono infatti ben 39 i dirigenti che attualmente guadagnano oltre quella cifra. Alcuni di questi, addirittura, sono senza incarico. Diventano 90 i dipendenti con stipendi superiori ai 200mila euro. Non proprio bruscolini.

Mentre ci sono tantissimi giovani costretti a lavorare per ben meno di 20mila euro annui, cioè quanto guadagna un dirigente Rai in un mese, nell’azienda di Stato sembra che ci siano anche “mal di pancia” per questi tagli. Non solo. I vertici di viale Mazzini mettono in evidenza come ci siano già stati risparmi facendo scendere gli stipendi dei direttori di Tg2 e Tg3 da 280mila a 230mila euro annui.

Tutto ciò, va ricordato, viene pagato anche con il canone. Che da quest’anno arriva in bolletta. Spesso anche a chi non ha il televisore ed ha inviato regolare raccomandata preventiva, spendendoci pure i soldi dell’affrancatura. Da oggi, infatti, queste persone – e sono tante – possono cominciare a chiedere il rimborso del canone ingiustamente addebitato nelle bollette energetiche. Con un iter, al solito, farraginoso, fatto di rigide istruzioni, modulistica, “pin” dell’Agenzia delle Entrate, ecc. Siamo in Italia, ahinoi…