ANALISI / Gli “umori” raccolti dall’Istat sulla soddisfazione degli italiani

IstatL’Istat diffonde un dato che “valuta” – termine quanto mai giusto – il grado di soddisfazione degli italiani rispetto alle proprie condizioni di vita. Insomma, una ricerca che non si basa su dati oggettivi ma su opinioni a campione. Un po’ come gli Exit Poll elettorali, ricavati dalle affermazioni – ovviamente non sempre veritiere – espresse dai cittadini votanti circa le loro preferenze espresse nell’urna. Secondo le rilevazioni dell’Istat, il grado di soddisfazione degli italiani circa la propria esistenza tornerebbe a crescere dopo cinque anni.

“Per la prima volta dopo cinque anni, nel 2016, migliorano le stime relative al giudizio delle famiglie sulla soddisfazione per le condizioni di vita – è quanto chiosa il nostro Istituto di statistica indicando che la quota di persone di 14 anni e più che esprimono un’alta soddisfazione per la propria vita, nel complesso passa dal 35,1% del 2015 al 41% del 2016. Sempre secondo l’Istat, rispetto al 2015, migliorano i dati campionari sulla percezione della situazione economica di famiglie e individui, mentre è stabile la soddisfazione per gli aspetti relazionali con famiglia e amici, la salute e il tempo libero. Risulta in lieve aumento anche la soddisfazione degli occupati per il lavoro.

Trarre aspetti positivi da ciò appare perlomeno imprudente. Basterebbe, per storcere la bocca, tirare le conclusioni su quelle (poche) serie inchieste giornalistiche sulla crisi reale che sta sconquassando la società, come lo splendido servizio di Domenico Iannaccone nella trasmissione “I dieci comandamenti” andata in onda ieri sera, che ha aperto una finestra sulla drammatica situazione delle campagne pugliesi. Ma, senza ricorrere alle analisi giornalistiche, bastano gli occhi di chi tutti i giorni a Roma assiste al crescente degrado. C’è poco da rallegrarsi.