Addio a don Roberto Sardelli, il prete dei ‘baraccati’

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Si è spenta ieri l’esistenza terrena di uno dei protagonisti della storia del nostro territorio, don Roberto Sardelli, anima della “Scuola 725” tra i ‘baraccati’ dell’Acquedotto Felice.

Nato a Pontecorvo, don Sardelli (come ci riferisce la “biografia essenziale” di Fabrizio Giusti) aveva frequentato la scuola di Barbiana di Don Milani e si era trasferito in Francia per studiare l’esperienza dei “preti operai”. Nel 1968 era stato mandato a esercitare il suo magistero a Roma, nella parrocchia di San Policarpo. Affacciandosi dalla Chiesa, si accorse della grande baraccopoli che ne costituiva in parte l’orizzonte prossimo. Poco tempo dopo aprì la “Scuola 725”, dal numero civico della baracca in cui era alloggiata, e ci si trasferì fisicamente. In quel ricovero di pochissimi metri insegna ai bambini che alla scuola elementare venivano spesso messi nelle classi differenziali.

Fu lì che i giovani poterono capire che la loro condizione non era esclusiva, ma era la condizione di gran parte del mondo. Nasce così la “Lettera al Sindaco”, che viene pubblicata dal quotidiano ‘Paese Sera’. Un testo che fece rumore, tanto da accelerare i tempi di bonifica della zona e l’assegnazione di nuovi alloggi. ”Noi mandiamo questa lettera al sindaco – si affermava – perché e’ il capo della città. Egli ha il diritto e il dovere di sapere che migliaia di suoi cittadini vivono nei ghetti. Per scriverla ci abbiamo impiegato dieci mesi. Ogni sera a pensierino si aggiungeva pensierino. Nella lettera abbiamo voluto dire una sola idea: la politica deve essere fatta dal popolo”.

I figli dei baraccati venivano discriminati, finivano in quei ghetti dell’istruzione che avevano come unica funzione quelli di portarli alla terza media e poi nulla più. Don Roberto aiuta loro a fare i compiti, le lezioni, a farli incontrare, parlare, sopratutto capire, leggere un giornale, realizzando un compendio di riflessioni, chiamato “Non tacere”, completamente auto-prodotto in centomila copie che superò il libro di testo e suscitò la curiosità degli intellettuali. La spinta di Don Roberto a sollevare uomini, donne e ragazzi dalla loro emarginazione, fino alla completa e ristabilita dignità, trovò dentro queste pagine un modo per abbattere il silenzio dentro al quale il potere puntava per non dare luce agli interrogativi e ai problemi che erano fatti di carne e di ossa.

Nell’ambito del progetto “La Settimana della scuola pubblica del VII Municipio verso la costruzione della Comunità educante diffusa” il nostro Assessorato ha già previsto di dedicare uno degli incontri a don Sardelli, di cui la Biblioteca comunale “Raffaello” ubicata nel nostro territorio, in prossimità del terminal Anagnina, detiene un fondo librario importantissimo, che sarà presentato al pubblico in occasione della riapertura della Biblioteca stessa (ormai imminente) e dell’inaugurazione della nuova ala dedicata al mai dimenticato direttore Massimiliano De Paolis, del quale abbiamo raccolto l’importante eredità come facciamo ora con don Roberto.

Elena De Santis- Ass. Scuola,Cultura,Sport e P.Giovanili Municipio VII Roma