Addio all’Istituto Immacolata di via Monza (dopo quasi un secolo)

ImmacolataChiude l’Istituto dell’Immacolata di via Monza a Roma, istituzione con quasi un secolo di storia. Un amaro addio che fa calare il sipario su un’importante istituzione del settore educativo che ha formato diverse generazioni di studenti, soprattutto della zona San Giovanni.

La struttura, gestita dalle suore dell’Immacolata, con sede centrale a Genova, paga soprattutto il calo delle vocazioni: dalle oltre 40 suore presenti fino a qualche anno fa, si è scesi a sei. Tra l’altro nessuna suora, rispetto al passato, ormai fa parte del corpo docente. Per cui inevitabile la chiusura.

Avvalendosi di personale altamente qualificato, la scuola ha accompagnato i giovani nel percorso educativo dalla scuola dell’infanzia fino al liceo. Ampi spazi sono stati sempre dedicati ai laboratori di Informatica e musica e per le lingue straniere (storica presenza quella del professor Traietto). L’istituto ha attivato negli anni proficue collaborazioni con istituzioni culturali come il Goethe Institut Rom, il Ministere de l’Education Nationale, la University Of Cambridge e l’Istituto Cervantes.

La sua centralità, facilmente raggiungibile con ogni tipo di mezzo pubblico e privato, tra l’altro ora anche con la metropolitana linea C, ha reso possibile l’afflusso di studenti non solo dai quartieri limitrofi, ma anche da zone più distanti come i Castelli Romani.

“L’educazione, per noi, è opera di tutta una comunità educativa che coinvolge giovani, adulti, genitori ed educatori in un clima di famiglia – si legge nel sito.

Lo scorso 11 maggio s’è svolta una mesta messa di addio, con “la chiesina” di via Monza gremita in ogni ordine di posti, soprattutto da ex allievi. Tante le suore accorse da tutti gli istituti religiosi della zona. Le sei sorelle rimaste saranno trasferite a breve nella casa madre di Genova.

Tuttavia la struttura non perderà la sua vocazione religiosa, che ha avuto inizio nell’ormai lontano 1929 (presso il quotidiano Osservatore Romano sono conservate fotografie d’epoca che ritraggono l’inaugurazione della struttura nel periodo fascista). A subentrare saranno monaci libanesi, che quindi continueranno a garantire le funzioni della bella chiesa in stile romanico, arricchita da mosaici e da una recente immagine di don Roscelli.