L’esemplare iniziativa di ospitare nelle chiese gli islamici in preghiera ha avuto più una forza simbolica e mediatica che non un richiamo di massa tra i musulmani. A Roma, una delle quindici città dove sono state attivate iniziative in tal senso, ad esclusione di Santa Maria in Trastevere (roccaforte della Comunità di Sant’Egidio che ha organizzato l’iniziativa ospitando tanti imam) dove c’è stato un ottimo riscontro, all’Appio e nei quartieri meno centrali della nostra città i tantissimi residenti musulmani hanno di fatto disertato l’invito a unirsi ai cattolici nella giornata della preghiera comune. Unica eccezione, come riportiamo in un altro pezzo, il Centro islamico Tuscolano.
Dopo l’uccisione, da parte dei terroristi dell’Isis di padre Jacques Hamel a Rouen, in Francia, l’invito in tante moschee della Capitale è di fatto caduto nel vuoto. Il problema di fondo resta nella mancata integrazione delle comunità islamiche nel tessuto sociale, culturale e spirituale romano. Molti islamici hanno motivato la loro non adesione con il timore di essere guardati con diffidenza e fastidio.