Quella “casa di paglia” al Quadraro…

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Casadipaglia
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Una curiosità già di dominio pubblico, tanto che i visitatori non mancano mai, pronti a toccare con mano l’originale “fenomeno edilizio”. Ma la casa di paglia di via Columella 29, di fronte a via Cincinnato, cuore del Quadraro, suscita sempre un grande interesse. Anche perché è stata la prima ad essere realizzata in una grande città. Le altre, oggi sono circa duecento in tutta Italia, sono cresciute soprattutto in campagna o nei piccoli centri, prevalentemente nel Nord Italia.

Ma torniamo al Quadraro, dove Cristiana Trizzino vive soddisfatta, con tutta la sua famiglia, in quell’abitazione di 180 metri quadrati così originale. In fondo è diventata un “personaggio” nel quartiere e non nasconde che i suoi figli a scuola vengano quasi considerati degli eroi. Spiega che la sua vita è qualitativamente migliorata perché quell’edificio ecologico assicura numerosi benefici ad iniziare dalla temperatura che si mantiene costantemente sui 18-20 gradi nei mesi invernali e d’estate allontana il caldo. Affermazione confermata da immagini scattate con una termocamera, dove emergono le differenze di prestazione climatica tra la casa di paglia e un’abitazione vicina, costruita secondi i canoni tradizionali. Ciò equivale anche ad un notevole risparmio energetico, con bollette più che dimezzate rispetto agli standard.

La casa di paglia del Quadraro ha preso il posto dell’antica locanda “Il Galletto”, per anni ritrovo degli abitanti della zona, ma disabitata da una trentina. La nuova proprietaria ha comprato l’area e da lì l’idea dell’originale costruzione.

Ma perché costruire in paglia? E quale garanzie offre una casa del genere?

La tecnica di costruzione con balle di paglia al posto dei mattoni, legno e cocciopesto per intonacare è estremamente collaudata essendo utilizzata già al tempo degli Antichi Romani, soprattutto per rivestire le cisterne, mantenendo fresco il contenuto. Poi il sistema è caduto in disuso, ma le nuove tecnologie stanno rilanciando questo fenomeno che è in netta crescita in tutta Italia. Per fare qualche esempio, la nuova biblioteca comunale di Rosignano Marittimo, in provincia di Livorno, presenta le murature di tamponamento in balle di paglia pressate con applicato un intonaco interno a base di argilla ed uno esterno di calce.

La casa del Quadraro, la cui costruzione è iniziata ad inizio 2012 e terminata dopo nove mesi, porta la firma di Bag-Beyond Architecture Group, bioarchitetti guidati dal veneto Paolo Robazza, progettista dell’ecovillaggio Eva di Pescomaggiore, vicino a L’Aquila, autocostruito dopo il terremoto. L’abitazione di via Columella presenta una struttura portante di legno con un isolamento termico garantito da circa 400 balle di paglia da 25 chili (costano in media due euro l’una) e 15 metri cubi di legno. Le case di paglia si autocostruiscono grazie al facile assembramento, anche se ovviamente è necessaria la consulenza di progettisti e tecnici. La stessa Cristiana Trizzino, la padrona di casa, ha contribuito a far venire su il suo gioiello edilizio. Con lei una ventina di giovani architetti di tutta Italia a costo zero, che hanno partecipato alla costruzione della casa in una sorta di apprendistato per imparare “il mestiere”.

Oltre alla tecnica di costruzione utilizzata a Roma, cioè il legno portante con le balle di paglia impilate, c’è un solo altro sistema autorizzato dalle leggi italiane, il cosiddetto “Greb”, acronimo di “Groupe de recherches ecologiques de la baie”, che consiste nel costruire uno scheletro in legno nel quale viene creata una muratura in paglia protetta dalla malta Greb, ma anche argilla e calce naturale. Un altro stile, non permesso in Italia, è il cosiddetto “Nebraska”, che non prevede una struttura portante (è “autoportante”), con il tetto che distribuisce il carico del solaio su una muratura di paglia fissata alle fondazioni.

La casa di paglia di via Columella è costata poco più di mille euro al metro quadrato, quasi un terzo in meno rispetto al costo di una “cugina” in muratura.

Sono però duri a morire i preconcetti, che vanno a pescare nella favola dei tre porcellini o nella capanna di Betlemme. Invece, per solidità ed estetica, la casa di paglia non ha nulla da invidiare a quelle tradizionali, come dimostra quella del Quadraro. Altro preconcetto che decade è quello relativo ad un possibile incendio: ebbene, una parete in paglia compressa intonacata ha una resistenza al fuoco di circa 90 minuti ad una temperatura di 1100°C’, più del doppio rispetto ad una parete tradizionale grazie alla mancanza di ossigeno nella paglia compressa.

Oggi quella casa gialla “che respira” è diventata un simbolo di sostenibilità, tanto da diventare il punto di partenza per passeggiate in bicicletta e un caso studio per analoghe iniziative.

“Una casa in paglia si realizza con lavorazioni molto semplici che possono essere eseguite anche da una manodopera non esperta, per questo è perfettamente adatta all’autocostruzione – spiega l’architetto Paolo Robazza, diventato una sorta di testimonial dell’antica e rinnovata tecnica di costruzione. Del resto la prima casa di paglia dei tempi moderni è stata costruita nel Nebraska nel 1883. E sembra che stia ancora lì, integra e in ottimo stato di salute.

Foto: fonte Bag-Beyond Architecture Group