Di fatto dalla prossima settimana due medici non obiettori saranno assunti nella struttura per le interruzioni volontarie di gravidanza “dove peraltro lavorano già da anni con un contratto a tempo determinato che ora si trasforma in indeterminato – spiega Fabrizio D’Alba, direttore generale del San Camillo. “La struttura contava quattro persone e quattro saranno ora solo che sono tutti assunti, nell’ospedale i restanti ginecologi sono 16, di cui 2 non obiettori – precisa ancora il numero uno del San Camillo.
Nel mezzo di queste polemiche, sono emersi i dati aggiornati al 2016, diffusi dal quotidiano La Repubblica: “Nel Lazio – si legge – il 77,5 per cento dei sanitari che lavora nel pubblico è obiettore di coscienza, contro una media nazionale che si ferma al 70: tra i ginecologi non lo è solo il 22,5 per cento, mentre tra gli anestesisti il 30,7 tra le ostetriche il 40,7, tra infermieri e tecnici la percentuale si alza toccando il 58”.
Passando alle aziende ospedaliere, nello stesso San Camillo il 44,7 del personale che lavora tra corsie e reparti ha scelto l’obiezione, al policlinico Umberto I il 53,6,.al San Giovanni il 56,2.