Piazza Vittorio piange Riccardo Garrone

Romano, romanissimo, nato e cresciuto a piazza Vittorio. Riccardo Garrone, classe 1926, s’è spento dopo aver segnato per quasi settant’anni la storia del cinema.

Figlio di mamma Assunta e di papà Renato, ufficiale della Marina, era romano dell’Equilino, dove è cresciuto, approdando a 23 anni nel grandi schermo, nel 1949, in “Adamo ed Eva” di Mario Mattoli dopo aver frequentato l’Accademia nazionale d’arte drammatica “Silvio d’Amico”, sempre nella Capitale.

Dal decennio successivo è stato attivo anche in teatro, prima con la compagnia Gassman-Torrieri-Zareschi poi con quella Mirelli-Stoppa diretta da Luchino Visconti.

Ma è al cinema che deve la popolarità, soprattutto nelle commedia dove ha interpretato spesso il ruolo di seduttore.

E’ stato diretto ancora da Mattoli in “Due notti con Cleopatra” (1952) e “Signori si nasce” (1960), ma ha lavorato anche con Federico Fellini (“Il bidone” del 1955 e “La dolce vita” del 1960, dove è Riccardo, il proprietario della villa dove si conclude l’intera storia), Luigi Zampa (“La romana”, 1954; “Il vigile”, 1960; “Bello, onesto, emigrato Australia, sposerebbe compaesana illibata”, 1971), Mauro Bolognini (“Guardia, guardia scelta, brigadiere e maresciallo”, 1956), Mario Monicelli (“Il medico e lo stregone” e “Padri e figli”, entrambi del 1957), Pietro Germi (“Il ferroviere” del 1956), Valerio Zurlini (“La ragazza con la valigia” del 1961), Luciano Emmer (“Il momento più bello”, 1957), Carlo Ludovico Bragaglia (“Caporale di giornata”, 1958), Alessandro Blasetti (“Amore e chiacchere”, 1958), Nanni Loy (“L’audace colpo dei soliti ignoti”, 1959), Gianni Puccini (“Il nemico di mia moglie”, 1959; “Amore facile”, 1964), Ettore Scola (“Se permettete, parliamo di donne”, 1964; “La cena” 1998), Ugo Tognazzi (“Il fischio al naso”, 1967), Luciano Salce (“Basta guardarla”, 1970), Sergio Corbucci (“Che c’entriamo noi con la rivoluzione”, Alberto Lattuada (“La cicala”, 1980) e soprattutto Dino Risi (“Belle ma povere”, 1957; “Venezia, la luna e tu”, 1958).

E’ stato anche al fianco di Franco Franchi e Ciccio Ingrassia in “Due mattacchioni al Moulin rouge” e “I due pericoli pubblici”, entrambi del 1964, e “I due sergenti del generale Custer” del 1965.

Tra i suoi ruoli più importanti vanno ricordati quelli del commissario Nardelli nel poliziesco “Caccia all’uomo” (1961) di Riccardo Freda, di Sandrino che si riunisce con un gruppo di amici dopo molti anni in “La rimpatriata” (1963) di Damiano Damiani, l’avvocato Covelli in “Vacanze di Natale” (1983) di Carlo Vanzina, che lo ha richiamato anche per “Amarsi un po’” (1984) e “I miei primi 40 anni” (1987) e il geometra Calboni in “Fantozzi subisce ancora” (1983) di Neri Parenti, il quarto episodio della saga.

Oltre alla commedia e al cinema d’autore ha attraversato diversi generi, dal western (“Se vuoi vivere…spara”, diretto dal fratello Sergio e “Un dollaro per sette vigliacchi” di Giorgio Gentili, tutti e due del 1968; “Tedeum”, 1973 di Enzo G. Castellari) al musicale (“I ragazzi di Bandiera gialla”, 1967; “Pensando a te”, 1969, di Aldo Grimaldi), all’horror (“Il medaglione insanguinato”, 1975, di Massimo Dallamano) fino al poliziesco (“Il cinico, l’infame, il violento”, 1977, di Umberto Lenzi) e l’erotico di Tinto Brass (“Paprika”, 1991 dove era lo zio della protagonista) ripassando anche per la commedia erotica (“Giovannona Coscialunga disonorata con onore”, 1973, di Sergio Martino). Ha partecipato anche alla commedia corale “Simpatici & antipatici” di Christian De Sica (1998).

E’ stato chiamato anche da registi internazionali come Joseph Losey (“Eva”, 1962) e Anthony Asquith (“Una Rolls-Royce gialla”, 1964).

E’ stato molto attivo anche come doppiatore prestando la voce ai protagonisti di telefilm americani e all’orso Lotso di “Toy Story 3. La grande fuga” (2010) e a Fido nel ridoppiaggio di “Lilli e il vagabondo” del 1955, viene ricordato anche per aver dato il volto a San Pietro nello spot della Lavazza e per le serie tv “Amico mio” e “Un medico in famiglia”. Ultraottantenne ha recitato a lungo l’Avaro di Moliere.

Ha firmato anche due film come regista: “La parodia de Il padrino La mafia mi fa un baffo” e la commedia erotica “La commessa”, girati nel 1974.Garrone