Via Matera: Zavoli e il giornalismo presso eCampus

IMG_2474Se una delle maggiori agenzie di stampa diffonde la fake new della signora abruzzese che lascia tre milioni di euro in eredità a Berlusconi, addirittura ripresa da quasi tutti i giornali e le emittenti televisive (Rai compresa), quale può essere lo stato di salute del giornalismo oggi? Se le imprese editoriali hanno perso metà del fatturato negli ultimi dieci anni, tra crollo delle vendite dei giornali e riduzione delle inserzioni pubblicitarie, come si fa a risalire la china? E se l’età media del pubblico di Raitre è di 57 anni ed i giovani snobbano i quotidiani, lasciando ingiallire persino quelli in omaggio nei licei classici, c’è davvero da essere ottimisti?

Sono soltanto alcuni degli spunti emersi nel focus sul giornalismo con i vertici delle istituzioni del settore, da Carlo Verna, presidente dell’Ordine nazionale dei giornalisti, a Giuseppe Giulietti, presidente della Fnsi, da Fabrizio Carotti, direttore generale della Fieg, a Ferruccio Sepe, capo del dipartimento editoria. L’evento s’è svolto presso l’università eCampus in via Matera 18, a San Giovanni. Tema sempre affascinante, quello della comunicazione. E sulla capacità di renderlo suggestivo attraverso un titolo, si gioca naturalmente in casa: “2018: professione giornalista. Da Gutenberg a Zuckerberg: accesso, profili e scenari tra vecchie regole e nuovi strumenti”.

Il parterre evidenzia subito un dato: il giornalismo, soprattutto quello garantito, soffre di senilità. Riferendosi alle nuove tecnologie, ormai sempre più padrone di informazioni e fatturati, i relatori non possono che accennare alle esperienze personali con i propri figli: se i padri trasudano nostalgie da carta stampata e profumo di rotative, i figli digitalizzati apprendono l’attualità grazie alla mediazione di youtuber e web influencer in genere. In fondo nulla di nuovo o di clamoroso, salvo i ritardi degli editori, l’anacronismo di molti enti elefantiachi, lo spiazzamento di un Ordine gonfio di 110mila iscritti con una stragrande maggioranza di collaboratori precari o di pubblicisti che ormai in gran parte scrivono saltuariamente o per passatempo.

Meglio allora ancorarsi al passato e celebrare uno dei decani più illustri del “mestiere”, quel Sergio Zavoli, presente in via Matera con i suoi quasi 95 anni, capace di stregare i presenti con gli epici aneddoti romagnoli di un’epoca ormai definitivamente dissolta. Targa-premio ad un giornalismo che non c’è più. “Coriandolizzato”, per dirla con il Maestro. Perché oggi, come ha giustamente ricordato Zavoli, s’affibbia questo titolo persino a chi ha potuto svolgere con normalità il mestiere di giornalista. Un privilegio in via d’estinzione.