Traffico a San Giovanni, le proposte di una lettrice

Una lettrice, Luciana, ci ha girato la lettera che ha inviato al  Presidente della Commissione Mobilità, Enrico Stefàno, Il consigliere – c’informa la lettrice – le ha gentilmente risposto, dandole pienamente ragione, dicendole che terrà in considerazione le sue proposte.

Gentile Presidente Stefàno,
pur riconoscendo diverse criticità nel suo progetto per via Taranto e via La Spezia, tuttavia le riconosco l’impegno e l’obiettivo sostenibile della sua azione. Proprio per questo, parlando con altre persone del mio quartiere, credo sia utile una critica costruttiva anziché farsi pubblicità elettorale o ricoprire di insulti come fanno molti.
Per me il problema è tutto nel saper armonizzare le diverse esigenze in campo: pedoni, automobilisti, ciclisti, persone residenti o transitanti. Il nodo è che San Giovanni, per morfologia e numero di abitanti, è un quartiere sicuramente difficile da un punto di vista urbanistico e di mobilità.
Cosa fare?
Secondo me non si risolve il problema senza limitare le automobili.
Come?
Sarebbe bello se bastasse ridurre le strade o tagliare i parcheggi o, soprattutto, convincendo la gente a lasciare perdere l’auto. Ma sappiamo che questa a Roma è utopia, anche perché non tutti possono muoversi in bicicletta.
E allora?
La prima cosa da fare è costruire parcheggi interrati per far sparire le auto in sosta in superficie, cuore dei problemi. Obiettivo: più parcheggi sottoterra e taglio di parcheggi in superficie.
In zona esistono tanti esempi virtuosi, sia in aree pubbliche sia private.
Qualche esempio?
In via Isernia (ex Asilo Savoia, oggi Asl), nonostante le proteste iniziali dei residenti (inevitabili), una decina di anni fa è stato costruito un parking sotterraneo con box venduti e un’ottima risistemazione della superficie. Anche in via Matera, nell’area delle Suore Dorotee, nonostante qualche problema progettuale, sono stati realizzati box e posti macchina tutti venduti, che hanno tolto tanti mezzi dalla superficie.
Ottimo l’esempio di largo Vercelli, proprio a ridosso di piazza dei Re di Roma: anche lì proteste iniziali ma oggi l’area è ordinata e bella, piena di panchine e di verde in un punto solitamente pieno di traffico.
Perché allora non mappare le aree dove si potrebbero, in breve tempo, realizzare parcheggi interrati in zona, ovviamente salvaguardando l’integrità dei palazzi (se la metro lavora a ridosso del Colosseo, non si può fare tra i palazzi secolari di san Giovanni?).
Un esempio è l’area malmessa di via Cesena, uno spazio vuoto, ex caserma della polizia, prima demaniale e oggi comunale: certo, i residenti tendono a protestare perché vorrebbero un giardino, ma si potrebbero fare parcheggi sottostanti e un giardino sovrastante. Secondo vecchi progetti, lì potrebbero finirci almeno un centinaio di vetture, con altrettanto taglio di posti in superficie (anche soli 50 su 100). A quel punto via Taranto avrebbe bisogno di un numero minore di parcheggi se queste realizzazioni sotterranee assicurerebbero box privati e posti auto pubblici.
Altra area potrebbe essere quella di piazza Asti, nonché l’ex deposito di piazza Ragusa, perlomeno nella parte già sottostante. Spazi liberi ci sono anche in viale della Stazione Tuscolana. E via di questo passo.
Che ne pensa?
Saluti