Telefonia, dalle tariffe mensili alle 4 settimane: aumenti dell’8,6%

telefonSi legge sul quotidiano La Repubblica di oggi: “L’addio alle tariffe mensili, nella telefonia fissa e mobile, comincia a preoccupare l’Autorità garante delle comunicazioni (Agcom), che ora lancia il primo faro per vederci chiaro: teme infatti che dietro il fenomeno ci siano costi maggiori e per di più nascosti ai danni dei consumatori”.

Ci fa riflettere quel “teme”: quanti matematici ci sono all’Agcom? Basterebbe infatti chiedere ad uno studentello di scuola primaria se conviene più pagare con la stessa cifra un servizio per 31 giorni o per 28 giorni per scoprire l’arcano.

Continua il pezzo del quotidiano: “Agcom ha quindi avviato la prima consultazione pubblica in materia, con una delibera dove già evidenzia questi rischi”.

Non sappiamo se l’Agcom ne era già a conoscenza, ma sono diversi mesi che alcuni operatori telefonici hanno cambiato la fatturazione passando dal classico mese alle quattro settimane: insomma, se un consumatore prima pagava 100 euro per un servizio di 31 giorni (ad esempio per il mese di marzo) oggi paga la stessa cifra per 28 giorni. Facendo un rapido e facile calcolo, praticamente si paga un mese più l’anno. Un aumento di quasi il 10 per cento con una tecnica un po’ subdola. Nel 2016 il fenomeno ha contagiato le tariffe fisse, telefono e internet, quelle di Wind e Vodafone, ma già prima aveva cominciato a caratterizzare le tariffe della telefonia mobile. Ogni novità è insomma buona per fare cassa.

La delibera Agcom focalizza finalmente l’aumento e lo quantizza al 8,6 per cento annuo. Non poco. A ciò occorre aggiungere che molti operatori hanno cominciato a far pagare servizi accessori che prima erano gratuiti.

Agcom, a quanto fa sapere La Repubblica, prenderà una provvedimento ad aprile. Perché occorre ulteriore tempo per confrontare questo suo orientamento con le opinioni degli operatori e delle associazioni dei consumatori. Allegria !