Storie della Caffarella

Caffarella
La Valle della Caffarella è il “Pago Triopio”. Questo è i l nome con cui era conosciuta l ’ enorme vi l la di una dei più importanti intellettuali del II secolo dopo Cristo, Erode Attico. Era – come tutte le ville all epoca – di otium ac negotium, cioè produttiva ma anche, per lunghe parti dell’ anno, residenziale.
Erode era un uomo ricco e raffinato, amico di imperatori, aveva viaggiato per tutto i l mediterraneo. La sua vi l la era splendida. Tal mente ricca di marmi pregiati che nel medioevo la Caffarella era chiamata “Vallis Marmorea”.

Erode aveva una moglie che amava moltissimo, Annia Regilla, di cui però era follemente geloso. I n un raptus di pazzia, un giorno la colpì con violenza
e la sventurata cadde e morì. Erode Attico, per i l dolore, perse la ragione. Si chiuse nel Pago Triopio e costruì per la moglie un sontuoso mausoleo, in modo da poterla piangere senza requie. Ma non gli bastò. Decise di consacrare, con apposite cerimonie, l ’ intera vallata agli dei dell’ oltretomba, gli Dei Mani, e ri ti rarvisi come in un sepolcro. La vi l la divenne un enorme mausoleo consacrato agli I nferi, e sulla vallata scese per sempre una cupa ombra funerea. Da allora rimase disabitata. I l sepolcro di Annia Regilla è ancora oggi visibile, è la
chiesa di Sant’ Urbano alla Caffarella. Ma non basta.

Due parole merita anche la marrana che attraversa la valle. Non è un fosso qualsiasi, ma i l terzo fiume della città, dopo Tevere e Aniene. E’ l ’ Almone, fiume antichissimo usato per i cerimoniali dai sacerdoti della dea Cibele, che vi facevano annualmente i lavacri sacri dell’ immagine della dea, la Magna Mater. Per la cupezza e la violenza dei suoi ri ti – i suoi sacerdoti si castravano nel corso di una orgia – questo culto misterico fu una delle pochissime religioni, prima di quella cristiana, perseguitata e vietata da Roma, notoriamente lassista. Solo in un
secondo tempo venne accettata. Nel medioevo non furono pochi gli episodi che videro protagonista questo fiume: tra questo uno avvenne nel XVI
secolo. Una bufala impazzita che aveva provocato morti e feriti in città fu inseguita fino al fiume dove si gettò per poi riemergerne parlante.

Infine, non si può dimenticare che i terreni della Caffarella più spostati verso la Via Latina erano chiamati nel XVI secolo “delli Spiriti” – per i brutti incontri che vi si facevano di notte – e che solo dopo processioni e l i turgie furono ribattezzati (come la toponomastica moderna ricorda) “dei cessati spiriti”.