Stazione Tuscolana: per il 25 aprile Walkabout “Un tram chiamato Liberazione”

Per celebrare la giornata nazionale del 25 aprile (quando nel 1945 le truppe naziste lasciarono l’Italia) si svolgerà un walkabout, un’esplorazione partecipata del quartiere Tuscolano, che si rivelerà occasione di riflessione sulle vicende legate alla Lotta per la Liberazione di Roma (in data 4 giugno 1944) attraversando i luoghi topici di quelle giornate.
Lo abbiamo titolato “Un tram chiamato Liberazione” riprendendo l’idea di un “pedibus” (quell’iniziativa pensata per accompagnare i bambini a scuola) che possa fare delle fermate nei luoghi della memoria del quartiere.

Il walkabout, sciamerà per le strade e i condomini, ascoltando attraverso i sistemi whisper-radio alcuni audioclip con le voci dei protagonisti (ed estratti di film come “Roma città aperta”) e si converserà con i partecipanti sul valore della memoria della Liberazione. Ciò espliciterà il concetto cardine del progetto: dislocare la memoria all’aperto, in giro per il quartiere, apprendendo dappertutto, rilevando le tracce della memoria (dalle lapidi alle “pietre d’inciampo”), ricordando le vittime delle Fosse Ardeatine e le terribili storie degli Internati Militari che hanno vissuto nei condomini circostanti, incontrando testimoni dei bombardamenti
dell’agosto 1943.

Si partirà da SCUP (via della Stazione Tuscolana 85), alle ore 11, per passare al “Giardino Felice”, ai piedi dell’Acquedotto Felice sulla Casilina Vecchia, dove trovarono alloggio gli sfollati dei bombardamenti di San Lorenzo, giusto per ricordare che le migrazioni dei popoli per cause di guerra ci riguarda molto più da vicino di quanto si ricordi…

Si andrà poi a Villa Fiorelli dove una lapide ricorda il centinaio di morti di quel tragico agosto del 1943. Da via Enna si entrerà in un condominio, dove una lapide ricorda i martiri antifascisti uccisi alle Fosse Ardeatine, Manlio Bordoni e Felice Salemme, e dove cadde una bomba che non esplose, per uscire su Via Taranto dove si troverà una pietra d’inciampo dedicato al colonnello Paladini, internato militare. Si approderà infine a Piazza Ragusa dove una bomba entrò in un palazzo senza esplodere, buttando poi uno sguardo all’ex-STA che allora rappresentava un luogo nevralgico per la logistica con il suo deposito di camion destinati al traffico delle merci e derrate per tutta Roma, tutti confiscati poi dai tedeschi in fuga dopo la Liberazione.
E qui si farà festa…

Alcune ultime suggestioni: il titolo “Un tram chiamato Liberazione”  evoca il film “Un tram che si chiama Desiderio” di Kazan (1951) che non c’entra con la Liberazione dal nazifascismo ma con quella della Liberazione della Donna sì. Lo abbiamo scelto perchè, come ALT-giornale partecipato dell’AppioLatinoTuscolano, ci stavamo interrogando sulla mobilità in questo territorio e s’era costruito un Tram, pensando, oltre al pedibus per accompagnare i bambini a scuola, anche al deposito di bus e camion dell’exGovernatorato e poi ATAG e poi ATAC di Piazza Ragusa.

E ancora: Rifletteremo sia sulla Resistenza sia su quegli sfollati (dopo i bombardamenti a San Lorenzo nel 1943) che affollarono i fornici dell’Acquedotto Felice che andremo ad esplorare, ricordando gli sfollati delle attuali guerre in Medio Oriente e pensare ai tanti “internati militari” (più di 650.000) che tornando inneggiavano: “w casa mia”.