E’ vero, la metro C, nonostante tutto, è uno strumento a disposizione dei romani. Moderno e funzionale. Eppure, tralasciando i gravi ritardi (la stazione San Giovanni, non dimentichiamocelo, deve essere ancora inaugurata), l’opera è riuscita a metà: il numero degli utenti continua ad essere al di sotto delle aspettative, anche perché da molte aree degradate toccate dalla metropolitana si preferisce prendere un autobus, ad esempio il “50”, e non pagare il biglietto anziché dover pagare per forza in metro; l’altro aspetto è lo sconvolgimento del progetto iniziale, secondo il quale la metro C avrebbe dovuto collegare Roma Est con Roma Nord-Ovest (Vigna Clara?), mentre siamo fermi a San Giovanni e – non si sa quando – si dovrebbe arrivare al Colosseo.
Il vero problema, come hanno accertato le immancabili inchieste, è che ogni grande opera in Italia diventa il solito magna-magna per qualcuno. Anzi, per i soliti noti. E allora bene farebbero i Cinque Stelle al governo della città a dare una stretta a questo sperpero, come coraggiosamente hanno fatto con il No alle Olimpiadi.
“Sono qui a rassicurare tutti che il M5S intende proseguire l’attività di costruzione della linea metro C fino ai Fori, Colosseo – ha detto oggi la sindaca Virginia Raggi in Aula Giulio Cesare durante il consiglio su Roma Metropolitane specificando che il Campidoglio non ricapitalizzerà. “Lo abbiamo sempre detto e non ci rimangiamo quel che abbiamo detto. E dal Colosseo in poi si ragionerà. Noi non ce la sentiamo di poter avallare ancora una volta questo vergognoso sperpero di denaro pubblico – ha ancora detto.
Sarebbe ora di razionalizzazione davvero la spesa attraverso microprogetti utili anziché le cattedrali del deserto tipo la Nuvola dell’Eur.
(G.C.)