Si avvicina l’apertura della Stazione San Giovanni (e le polemiche su viale Castrense chiusa)

VialeCastrense_alto“La chiusura di viale Castrense è imposta dalla sovrintendenza capitolina, che aveva concesso l’uso della strada solo in via temporanea a causa della chiusura di via La Spezia per il cantiere metro”. Taglia corto l’assessore alla Mobilità del Municipio Roma VII Marco Pierfranceschi, di fronte ai tanti “no” espressi dagli abitanti della zona al molto discutibile progetto firmato Movimento cinque stelle, che vorrebbe stravolgere nuovamente la viabilità della zona in occasione dell’apertura della stazione San Giovanni della metro C.

Il nodo è principalmente quello della paventata chiusura al traffico (e ai parcheggi) in viale Castrense per salvaguardarne i trecento metri di Mura aureliane. Il progetto, su un piano teorico, potrebbe anche avere senso, così come quello di spostare la campagna in città e riempire di fiori tutte le strade. Ma, in termini realistici, tutto ciò è davvero discutibile: “l’imposizione” di una sovrintendenza, che dovrebbe valere per tutti i 14 chilometri di Mura Aureliane, può essere presa a pretesto solo per un pezzetto di viale Castrense (e perché non per tutta?), non tenendo conto delle esigenze quotidiane (e della salute) dei tanti cittadini che vivono in zona?

Polemiche legittime, allora. Perché un conto è apportare qualche miglioria, ad esempio con una pista ciclabile o allargando il risibile “spazio verde” di largo Brindisi e un altro è riversare tutto il traffico in uscita dalla tangenziale sulle strade del quartiere, su via La Spezia, su via Monza-via Aosta e Re di Roma, su via Caltagirone-via Foligno. Non a caso già numerosi condomini della zona hanno firmato delibere contro il progetto di chiusura della strada, così come ha fatto il Consiglio d’istituto della scuola “Immacolata” di via Monza proprio per salvaguardare la salute degli studenti.

Il piano, infatti, non riduce i flussi di traffico, ma lo spazio riservato alle auto. Ciò accentuerà i rallentamenti dei flussi di traffico: un esempio eclatante è avvenuto lo scorso 21 giugno con la chiusura di viale Castrense per una manifestazione musicale: la paralisi è stata totale, nonostante la presenza massiccia dei vigili urbani.

Insomma, va bene spingere verso la sostenibilità, ma occorre anche tenere conto delle esigenze dei cittadini. E stravolgere la mobilità in zona proprio quando la situazione attuale, dopo l’iniziale fase di rodaggio del dopo-cantieri del metrò, è abbastanza fluida, equivale ad assumersi un rischio non indifferente.

“Mi piacerebbe rinunciare all’auto, ma io ogni mattina debbo arrivare a Trigoria non certo per divertirmi, ma per lavorare – racconta un abitante della zona. “Già sono stati più che dimezzati i parcheggi in via La Spezia, ora vogliono togliere quelli in viale Castrense, io dove metto l’auto? E come ci arrivo a Trigoria la mattina presto?”.

Ragionamenti del genere sono molto diffusi. E, in fondo, sono dettati dal buonsenso.

Gli abitanti della zona non ci stanno a farsi calare dall’alto, sulle proprie teste, questa mannaia. Anche perché i progettisti sono estranei alla zona e manifestano le proprie ideologie senza un confronto vero con tutti i residenti. E in questi quartieri a ridosso di San Giovanni l’inquinamento è già elevato: inserire un tappo in viale Castrense equivale ad aumentare ulteriormente le percentuali di polveri sottili e di smog in genere proprio nelle strade più trafficate, mentre viale Castrense è piena di edifici e capannoni vuoti (e qui più di qualcuno si mostra malizioso, specie pensando alla destinazione – probabilmente commerciale – di questi immobili).

Non solo. L’area dell’intervento, il triangolo Piazzale Appio-Piazza Lodi-Piazza Ragusa, ha conseguenze sulla mobilità di una zona particolarmente estesa che va da Porta Maggiore e Piazza San Giovanni in Laterano fino a Via Appia Nuova e Via Tuscolana. Il rischio più prevedibile potrebbe interessare l’area di piazza dei Re di Roma, già altamente trafficata, che assorbirebbe una rilevante parte aggiuntiva dei flussi della tangenziale est e del traffico locale diretto verso San Giovanni, che non avrebbe più a disposizione gli “sfoghi” di viale Castrense e via Taranto.

Le “ferite” lasciate dai cantieri della metro C restano tutte, dalla falcidia di alberi in largo Brindisi, via La Spezia, via Sannio e largo Ipponio (ripristinato qualche alberello in via Taranto) fino all’ubicazione in superficie di tanto “arredo” in cemento della metro (enormi sfiatatoi, ascensori, ecc.).

Va aggiunto che l’attuale amministrazione non brilla certo per manutenzione del verde, pulizia delle strade e servizi pubblici in generale. Ma lo sanno come sono ridotti attualmente gli spazi verdi di viale Castrense simili a vere e proprie discariche? Moltiplicare i luoghi da manutenere – vedi un “parco” in viale Castrense – renderà più “efficaci” gli attuali amministratori?

P.S. Un video significativo su come è ridotta oggi viale Castrense. Può chi non sa gestire il presente progettare il futuro?
http://bit.ly/2EATpcA