Sgominata baby gang all’Appio: rapinavano e picchiavano i loro coetanei

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Adescavano giovani coetanei chiedendogli una banale informazione oppure offrendogli hashish, per poi rapinarli con forti intimidazioni e minaccia armata. Era una vera e propria «baby gang» quella sgominata dagli agenti della Polizia di Stato del commissariato Appio Nuovo. Dalle indagini degli investigatori, coordinati da Pamela De Giorgi, è emerso che i componenti dalla banda, sebbene giovani d’età e non ancora tutti maggiorenni, rapinavano adolescenti. Forti del potere intimidatorio del branco, delle loro qualità fisiche e sotto la minaccia di armi, individuavano le loro giovani vittime, le picchiavano e derubavano di soldi, oggetti in oro e telefoni cellulari. Almeno sette gli episodi accertati con almeno 12 giovanissimi coinvolti. Le indagini sono scaturite da un episodio verificatosi all’interno del parco della Caffarella, all’Appio-Latino, dove un giovane di 16 anni dopo esser stato rapinato ha denunciato l’accaduto negli uffici del commissariato Appio Nuovo. La vittima ha raccontato agli investigatori di essere stato avvicinato da tre ragazzi per una richiesta di informazioni e di essere stato minacciato con un coltello mentre gli strappavano dal collo una catenina d’oro.

Dopo poche ore da questa prima denuncia, un secondo fatto identico veniva portato a conoscenza dello stesso ufficio di polizia. Ai poliziotti è subito apparso evidente che il ‘modus operandì era lo stesso e coincidevano anche le descrizioni degli aggressori: identici i tatuaggi, come identico «il ciuffo bianco» di quello che veniva indicato come il capo banda. Gli investigatori hanno iniziato la loro ricerca incrociando i riscontri delle banche dati con le informazioni tratte da social network. Un terzo episodio ha poi portato alla definitiva individuazione di tutti i componenti: una coppia di fratelli, rispettivamente di 23 e di 18 anni, un altro 18enne, e due 17enni tra cui la giovane fidanzatina di uno dei due fratelli. «In considerazione delle prove raccolte, della spiccata pericolosità sociale dei soggetti e della gravità dei fatti, testimoniata dall’utilizzo di coltelli e tirapugni per effettuare le rapine», spiega la polizia, è stata disposta la misura della custodia cautelare in carcere nei confronti del 23enne e di un 18enne e la misura degli arresti domiciliari, con divieto di comunicazione con persone diverse dai familiari coabitanti, per l’altro fratello 18enne. Le posizioni dei due minori d’età sono al vaglio presso il Tribunale Minorile di Roma.