Scuola, anche all’Appio mobilitazione contro il rientro

Aver ottenuto la scuola in presenza evidentemente non basta. Nonostante il via libera un po’ a denti stretti concesso dal governatore Zingaretti (“Rischio da correre”, dichiarazione non proprio incoraggiante) e dal Comitato tecnico-scientifico (Cts), il cui ruolo è ancora sconosciuto – se non inviso – alla maggior parte degli italiani, professori, studenti e genitori non sono proprio tranquilli per la riapertura dei battenti negli istituti scolastici romani, seppur per motivazioni diverse. Così oggi, lunedì 18 gennaio 2021, in molti istituti scolastici alla “scuola in presenza” s’è preferita la mobilitazione, comprese molte scuole del quartiere Appio-Tuscolano (tra cui il Russell, il Newton. il Gullace, l’Augusto, il Levi Civita, ecc.).

Alcuni – forse la maggior parte stando ai sondaggi – avrebbe preferito proseguire con la didattica a distanza, che pur con tutti i limiti comunque assicura continuità e tranquillità. In effetti la scuola aperta ad ottobre ha generato mille problemi tra contagi veri o presunti, tamponi, quarantene, mancanza di docenti, chiusure per sanificazioni, rapporti problematici con le Asl, polemiche nelle chat. La Dad indubbiamente limita le relazioni umane, ma utilizzarla per qualche altra settimana, fino al miglioramento della situazione epidemiologica, per molti sarebbe stata la situazione migliore.

Oggi chi sarebbe invece voluto rientrare in classe ha preferito la mobilitazione per le carenze organizzative: in sostanza, nonostante gli immancabili tavoli con i prefetti e alcuni rappresentanti del mondo scolastico, la situazione non è molto mutata da settembre. Anzi, se al suono della prima campanella in Italia si registravano 1.008 contagi e appena 14 decessi (14 settembre 2020), oggi quei numeri vanno moltiplicati per almeno quindici. Ridurre il numero degli studenti serve a poco con istituti dove trascorrono la mattinata solitamente non meno di duemila persone.

C’è poi il problema stagionale: dover arieggiare le aule a gennaio non è proprio il massimo, specie per preservare la salute di studenti e professori. A ciò si somma l’arrivo dell’influenza stagionale, attesa per fine gennaio.

Insomma, un anno scolastico che continua ad essere tribolato, soprattutto per chi deve affrontare la maturità e per i ragazzi delle prime classi, che hanno avuto poco tempo per socializzare in presenza. Ma, si spera, non mancherà tempo per rifarsi.