Sarà obbligatorio rivedere i millesimi del riscaldamento?

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L’Europa impone, l’Italia esegue. O, perlomeno, cerca di eseguire nel caos interpretativo e operativo dei dettami legislativi comunitari.

In molti condomini si sta diffondendo l’informazione che sarà presto obbligatorio rivedere tutti i millesimi del riscaldamento. Il diktat viene da Bruxelles. Quindi per chi abita in un condominio, cioè la maggior parte delle persone nel nostro Municipio, ci potrebbe essere un imprevisto e ulteriore aggravio di spesa non indifferente (nonostante la voce “condominio” incida sempre più nei bilanci familiari, purtroppo). Il condizionale è d’obbligo in quanto sussistono dubbi interpretativi sul testo e non è escluso che si possa attivare più di qualche contenzioso.

Al centro della novità c’è il decreto legislativo del 4 luglio 2014, numero 102, che – con finalità di “efficienza energetica” (attuazione della direttiva 2012/27 dell’Unione europea) – ha introdotto novità nel settore della contabiliazzione del calore dei condomini centralizzati. Innanzitutto, com’è noto, prevede l’obbligatorietà dell’installazione dei contatori di calore e di acqua calda sanitaria entro il 31 dicembre 2016. Molti condomini si sono già adeguati, anche da tempo, perché sono comunque previste sanzioni per chi non rispetta la legge. Tuttavia, va detto, che c‘è la possibilità di non attendere a tale obbligo nel caso in cui l’installazione sia antieconomica, ma la maggior parte degli amministratori preferisce naturalmente far fare i lavori. Va detto che, secondo molti tecnici, i contabilizzatori possono danneggiare le caldaie.

L’altro obbligo imposto dalla legge del 2014 è l’utilizzo della norma UNI 10200 per il riparto delle spese. Quindi richiede l’introduzione di nuovi millesimi di riscaldamento e di acqua calda sanitaria.

In sostanza se finora le tabelle sono state “costruite” in base soprattutto agli elementi presenti in ciascun appartamento (misure dei contatori) più una quota fissa, ora il calcolo sarà molto più complesso in quanto dovrà tenere conto di inediti criteri e parametri come la quota di consumo volontario e involontario, tenendo conto – ad esempio – delle dispersioni delle colonne di distribuzione attraverso pareti e ambienti dove le valvole dei radiatori sono chiuse o non presenti, oppure la posizione degli appartamenti rispetto al sole, o ancora la presenza o meno di infissi salvacalore, ecc.

I nuovi millesimi dovrebbero essere calcolati da tecnici specializzati tramite un complesso progetto che non si riduca soltanto alla misura o alla potenza dei radiatori e alla tipologia di valvole e caloriferi, bensì da quanto previsto dalla normativa comunitaria UNI 10200, con ulteriori costi conseguenti non solo alla progettazione, ma anche all’eventuale certificazione energetica degli edifici o a lavori per ridurre le dispersioni degli edifici (isolamento dei sottotetti, coibentazioni, ecc.) Quindi servirà precisare l’identificazione delle apparecchiature (contatori, ripartitori ecc), la determinazione delle potenze dei radiatori, la quota involontaria e volontaria, il calcolo di previsione dei consumi, ecc.

Non è tutto. Ad ogni stagione di riscaldamento, i risultati della ripartizione dovranno essere riportati in uno specifico elaborato, con adeguato livello di dettaglio, da rilasciare agli utenti.

Insomma, la determinazione dell’energia utilizzata per la suddivisione delle spese non è più il corrispettivo economico di quella venduta dal fornitore (cioè presente in bolletta), ma quella “utile” che viene iniettata nel sistema di distribuzione. Insomma il margine d’intervento di un tecnico sarà ampio. E bisognerà fidarsi.

Tanti sono i problemi aperti dalla norma. Ad esempio: se un condomino non ha infissi salvacalore e l’installa dopo il calcolo dei nuovi millesimi, potrà richiede l’ulteriore revisione?

Va aggiunto che la maggioranza oggi richiesta per la revisioni dei millesimi – secondo una sentenza della Cassazione di agosto 2014 – è della metà più uno dei condomini. Un tempo ci voleva l’unanimità. Questo, se da una parte faciliterà le trasformazioni, dall’altra seminerà ulteriori discordie nei condomini.