Sant’Urbano entra nel patrimonio dell’Appia Antica

appia antica

Il mausoleo di Sant’Urbano finora in una proprietà privata sull’Appia antica presto sarà di tutti, «ovvero entrerà nel demanio pubblico». I soldi sono stati versati sul conto corrente del parco archeologico. «Un altro cancello sarà aperto sulla nostra Appia Antica», annuncia la direttrice Rita Paris, che tra due giorni dovrebbe lasciare l’incarico per raggiunti limiti d’età, ma quasi tre anni prima della fine del suo mandato. Sant’Urbano, acquistato ad un ottimo prezzo poco più di 491mila euro, è l’ultimo tassello di un percorso di acquisizioni di monumenti, ampliamento di aree archeologiche e tutela portato avanti da Paris prima come funzionario responsabile della strada, e poi come direttore del Parco archeologico. Le buone e le cattive notizie sulla Regina Viarum sono state date ieri all’accademia di San Luca, dove Paris ha fatto il punto dei bisogni urgenti del Parco. Atteso il ministro Alberto Bonisoli che ha fatto arrivare un video messaggio. «Ci tenevo a dare un segnale concreto di quanto sia importante il lavoro fatto sotto la guida dalla direttrice Paris in questi anni.

Il Parco dell’Appia Antica è una cosa unica in quanto si tratta di un parco senza confini fisici dove abbiamo solo l’opportunità di mantenere e rendere disponibili per tutti i cittadini una memoria storica fantastica, unica al mondo che ancora oggi viene utilizzata perché vicino al villino romano c’è un campo coltivato. È qualcosa di cui dobbiamo essere orgogliosi e di cui dobbiamo avere cura», dice Bonisoli. Ma dopo i complimenti il ministro parla dei problemi del parco. «Vi confesso che abbiamo ragionato con la direttrice. Abbiamo parlato anche delle dotazioni finanziarie del Parco, che non sono sufficienti – continua Bonisoli-. Dobbiamo dirlo. Quando sono state prese decisioni in passato sono state a mio avviso superficiali, perché non hanno tenuto conto della complessità del Parco, che non si può autosostenere e deve rimanere aperto, gratuito e disponibile a tutta la cittadinanza. Questa è la ragione per cui l’anno prossimo metteremo le mani anche su questo aspetto».

Da sempre Paris ha combattuto con il tema delle risorse, perché con la bigliettazione dei monumenti si arriva a 100mila euro l’anno. Al massimo. «Il ministro mi ha chiesto di quante risorse avevo bisogno e io ho mandato pacchi di lettere dicendo che i fondi non erano sufficienti – dice la direttrice-. Abbiamo un piano triennale per cui se vogliamo soltanto mantenere, abbiamo bisogno di almeno 2 milioni di euro l’anno. C’è poi da mettere urgentemente le mani sull’Acquedotto Claudio che è in condizioni precarie. Abbiamo chiesto 5milioni solo per la sua messa in sicurezza». Ma per il suo restauro completo servirebbero 25 milioni di euro.

(Articolo di Maria Rosaria Spadaccino Corriere.it)