San Giovanni, nomade ladra in metro rischia il linciaggio

Giorgia-RombolàE’ successo alla fermata San Giovanni della metropolitana linea A. Una giovane rom ha tentato di rubare il portafoglio a un passeggero, ma il furto è stato sventato. Da qui il parapiglia, con tanta gente infuriata che avrebbe provato a farsi giustizia da sola.

A raccontare l’episodio è stata una giornalista di Rainews24, Giorgia Rombolà. Lei stessa, stando al racconto, avrebbe tentato di gettare acqua sul fuoco, ma sarebbe stata coperta di insulti.

La nomade viaggiava con una bambina di 3-4 anni, che nel corso del parapiglia sarebbe caduta a terra.

La Rombolà, secondo quanto riporta il quotidiano La Repubblica, sarebbe stata testimone dell’episodio, raccontando che la vittima del furto avrebbe addirittura strappato la ladra dalle mani dei vigilantes tirandola per i capelli. La rom sarebbe stata poi  sbattuta più volte contro il muro.

La Rombolà, sempre secondo il racconto, sarebbe intervenuta “prima urlando all’uomo di non picchiare la ragazza, poi cercando di fermarla”.

Una volta che la rom è stata portata via dai vigilantes, la giornalista si sarebbe ritrovata circondata.

“Un tizio che mi insulta dandomi anche della puttana dice che l’uomo ha fatto bene, che così quella stronza impara. Due donne (tra cui una straniera) dicono che così bisogna fare, che evidentemente a me non hanno mai rubato nulla.
Argomento che c’erano già i vigilantes, che non sono per l’impunità, ma per il rispetto, soprattutto davanti a una bambina. Dicono che chissenefrega della bambina, tanto rubano anche loro, anzi ai piccoli menargli e ai grandi bruciarli”.

Ancora Rombolà scrive: “Un ragazzetto dice se c’ero io quante mazzate. Dicono così. Io litigo, ma sono circondata. Mi urlano anche dai vagoni vicini. E mi chiamano comunista di merda, radical chic, perché non vai a guadagnarti i soldi buonista del cazzo. Intorno a me, nessuno che difenda non dico me, ma i miei argomenti. Mi guardo intorno, alla ricerca di uno sguardo che seppur in silenzio mi mostri vicinanza. Niente. Chi non mi insulta, appare divertito dal fuori programma o ha lo sguardo a terra. Mi hanno lasciato il posto, mi siedo impietrita. C’è un tizio che continua a insultarmi. Dice che è fiero di essere volgare. E dice che forse ci rivedremo, chissà, magari scendiamo alla stessa fermata”.

Il racconto sul social si conclude così: “Cammino verso casa, mi accorgo di avere paura, mi guardo le spalle. E scoppio a piangere. Perché finora questa ferocia l’avevo letta, questa Italia l’avevo raccontata. E questo, invece, è successo a me”.

L’esasperazione di questi tempi tristi sta moltiplicando sia episodi di furti, ma anche di reazioni violente.