Rinasce il Parco dell’Appia Antica, il sogno di una generazione

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Un bell’ articolo firmato Nicola Zingaretti, che riguarda il nostro polmone verde da difendere e tenerci stretto

Nel Lazio un’altra grande innovazione giusta. C’è un modo di governare che cambia le cose. Agisce in profondità, in forma radicale e giusta, e produce innovazione. Nel Lazio oggi ne abbiamo dato un altro esempio. Oggi rinasce un sogno, quello di Antonio Cederna, che trent’anni fa con le sue battaglie, con i cittadini, con gli urbanisti e le associazioni, lanciò un progetto bellissimo e coraggioso per Roma. Un unico grande parco archeologico da Piazza Venezia ai piedi dei Castelli che, riscoprendo le piazze imperiali di Cesare, Traiano, Augusto, unisca il Palatino, la passeggiata archeologica e l’Appia Antica.

Il Consiglio regionale ha approvato, dopo 30 anni di attesa, il piano d’assetto del Parco dell’Appia Antica: un passaggio storico con cui onoriamo la scelta di Adriano La Regina, che nel 1998 salvò questo enorme bene, e riavviamo il sogno di Cederna per porre fine a una lunga stagione di conflitto tra la città e le sue campagne. Il nuovo piano, infatti, è prima di tutto un atto politico, una nuova prova di riformismo giusto.

L’obiettivo strategico non è solo la conservazione e la valorizzazione di un parco meraviglioso, come quello dell’Appia Antica, ma una rivoluzione nel nostro modo di vivere e concepire le città. Questo immaginava Cederna. Proprio a partire dalle grandi arterie del verde pubblico, possiamo puntare alla ricomposizione di un disegno organico di sviluppo, infranto da decenni di crescita urbanistica predatoria e senza criterio. I danni prodotti da quel modello di sviluppo sono sotto gli occhi di tutti. In particolare nelle aree dell’abbandono, ai margini delle nostre città.

Siamo ancora in tempo. Possiamo puntare a una ricomposizione del tessuto urbano, a una fruizione partecipata e inclusiva delle città, per combattere solitudine e disagio. La Roma metropolitana futura deve fondarsi proprio sul ruolo strategico del sistema degli spazi aperti e comuni. Oggi i parchi, dopo decenni di protezione e conservazione, devono affiancare a queste finalità anche quelle sociali, della migliore qualità della vita e dei bisogni delle persone. Rivitalizzando i parchi possiamo qualificare la realtà di aree marginali e periferiche, cui restituire una seconda vita, superando la dicotomia centro-periferia.

Con la creazione del sistema dei parchi di RomaNatura, ormai vent’anni fa, proprio nel Lazio abbiamo fatto da apripista per una nuova cultura del verde pubblico urbano in Italia. Oggi torniamo a proporre un modello innovativo di gestione e di sviluppo intorno al sistema dei parchi e al verde pubblico, come motore per la crescita e per il benessere sociale. Recuperiamo uno spirito innovatore. Un’idea pubblica e viva di città.

Con il piano d’assetto del Parco dell’Appia Antica inizia quindi un percorso. Bisogna andare subito avanti con investimenti sulle attività nei parchi e sulla loro fruibilità. Dobbiamo ripensare l’accessibilità ai parchi, in particolare puntando sul sistema dei cammini e delle ciclovie al loro interno e sul trasporto pubblico, a partire dalla valorizzazione della rete ferroviaria, che attraversa in più punti il sistema dei parchi. Dobbiamo lavorare per la pedonalizzazione dei Fori, dove far incontrare il massimo dell’innovazione con il massimo della storia. Ma soprattutto, dobbiamo subito dar seguito all’importante atto di oggi con un’iniziativa che coinvolga Governo e Comune per rilanciare il grande sogno del Parco dei Fori: un progetto urbanistico di enorme valore politico per il rilancio di città vive, aperte, connesse e sostenibili. Una missione che, evidentemente, non riguarda solo Roma. Dobbiamo legare tra loro i due termini presenti nell’articolo 9 della nostra Costituzione: paesaggio e patrimonio.

“La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica. Tutela il paesaggio e il patrimonio storico ed artistico della Nazione”.

Sviluppo, ricerca, cultura e patrimonio formano un tutto inscindibile che merita di tornare al centro dell’azione politica di un paese come l’Italia.