Riforma Mibact, a rischio l’Appia Antica?

Appia-anticaLa nuova riforma del ministero dei Beni culturali non piace agli archeologi e ai lavoratori del dicastero. Oggi, primo febbraio, è andata in scena il dissenso dei lavoratori in via del Collegio Romano 27, impegnati in un presidio per invitare associazioni e parlamentari a confrontarsi sui rischi che nasconde il decreto.

La riforma del Mibact è stata varata nel 2014, ricordano le organizzazioni sindacali. Ed è entrata nella seconda fase. Secondo quanto previsto dal testo non ci saranno più soprintendenze separate e pareri discordi, mentre vengono creati 10 nuovi musei e parchi archeologici autonomi distribuiti tra Roma ,Tivoli, Ercolano, Campi Flegrei, Parma e Trieste. “Il ministro della cultura Dario Franceschini ha annunciato una soprintendenza unica per Archeologia, Belle Arti e Paesaggio, il che, secondo le intenzioni, permetterà di aumentare i presidi sul territorio passando per esempio per l’archeologia dalle attuali 17 Soprintendenze archeologiche alle nuove 39 soprintendenze unificate (a cui si sommano le due soprintendenze speciali del Colosseo e di Pompei per un totale di 41) – ricorda Rassegna sindacale.

La nuova articolazione territoriale, secondo il ministro, “è stata definita tenendo conto del numero di abitanti, della consistenza del patrimonio culturale e della dimensione dei territori”.

L’accusa dei sindacati, in particolare, è quella di moltiplicare le “unità smembrate”, come ad esempio il parco archeologico dell’Appia Antica, che rischiano di essere cedute a privati e “consegnate agli interessi della speculazione”.