Il nostro giornale, in par condicio, ha ospitato le ragioni del “Sì” e del “No”, tanto per “essere sul pezzo”. Anche perché, per i lettori, non mancano certo altrove le occasioni per approfondire la materia. Ora, a distanza finalmente di qualche ora dal voto, vorremmo soltanto chiederci perché tutta questa importanza su una consultazione finalizzata a cambiare qualche regola del gioco. Con la regia, tra l’altro, soltanto di qualche forza politica e l’opposizione di un ben più nutrito gruppo di partiti, dall’estrema destra di Casapound e della Lega, da Fratelli d’Italia e Forza Italia, fino a pezzi del Pd e alla sinistra di Sel e a quella antagonista dei centri sociali.
Proprio l’aver reso vitale, cruciale, e aver personalizzato e “spettacolarizzato” per lunghi mesi questo appuntamento elettorale ci fa sorgere qualche pensierino: perché tutta questa importanza assegnata ad una riforma su cui convergono i sostegni anche di organismi internazionali non proprio missionari, come la Commissione europea, agenzie di rating, banche internazionali, finanza, ecc.? Perché torna a salire lo spread? Perché si dice che l’esito potrebbe creare scompiglio? Perché ci si affretta a rinnovare contratti e a distribuire soldi a pochi giorni dal voto?
Il timore, anche da parte di chi non andrà a votare, è che il fine di questa operazione – nemmeno troppo celato – sia l’ennesima sottrazione di diritti al cittadino e allo Stato: il primo si vede di fatto sottrarre un’altra elezione (dopo quella per la Provincia di Roma e per altre Province, diventate Città metropolitane e i cui membri sono decisi dai sindaci), ora quella per il Senato; lo Stato viene ulteriormente depredato della sovranità nazionale, grazie a queste continue interferenze di Europa e poteri internazionali.
Quindi non entriamo nel merito del quesito e del referendum ma nel più preoccupante “contorno” di questo appuntamento elettorale.