Re di Roma, che bisogno c’è della pista di pattinaggio?

PattinaggioPiazza dei Re di Roma sarebbe una bellissima piazza se solo ci fosse un po’ di manutenzione. E invece, salvo qualche riqualificazione una tantum, per il resto emerge l’incostanza nel prendersi cura dell’arredo urbano di questa cruciale “rotonda” ridotta a snodo – sempre problematico – per il traffico.

Dalle pagine di questo giornale on-line abbiamo più volte denunciato – anche con significative immagini – le situazioni di grave degrado che affligge da anni la piazza. L’impatto più evidente è quello della sporcizia: non solo cartacce e ogni genere di immondizia per terra (o sulle panchine), ma in particolare la solita fila di bottiglie vuote su uno sfiatatoio della metropolitana.

I cosiddetti “giardinetti” posti proprio al centro della piazza sono costantemente degradati (cespugli secchi), sporchi e mal frequentati. L’aspetto commerciale, per quanto vitale, registra l’apertura di punti vendita discutibili per la qualità della gastronomia offerta.

Non va dimenticato che nella lunga gestione del quartiere affidata all’indimenticabile Susi Fantino (che fine ha fatto?) venne posta al centro della piazza un’installazione di alluminio – una sorta di luminaria futurista decisamente di dubbio gusto – che poi è stata rimossa a furor di popolo, anche perché arrugginita (soldi buttati).

Sempre in quel periodo in piazza, nel periodo natalizio, venne installata una pista di pattinaggio che accese molte critiche sia per le frequentazioni sia perché – secondo alcuni (ma le accuse sono tutte da provare) – avrebbe rovinato la pavimentazione della stessa piazza. Oggi la nuova giunta della pentastellata Monica Lozzi, che sembra assicurare continuità a quella precedente – ha pensato bene di ripristinare questa pista di pattinaggio di cui – onestamente – non se ne sentiva proprio il bisogno.

Noi, abitanti del quartiere, ricordiamo con piacere quando nel periodo natalizio venne autorizzato un mercatino tipico, con bancarelle provenienti da Heidelberg in Germania, che garantì davvero un tocco internazionale al luogo, con produzioni di vero artigianato e prodotti d’eccellenza del Nord Europa. Oppure quando al centro della piazza c’era una sorta di anfiteatro in pietra che serviva da autentico strumento di aggregazione.

Re di Roma, insomma, anche con la nuova giunta continua ad apparire un “non-luogo”, arido, freddo, utile per lo più come fermata della metropolitana, snodo per il traffico, raccolta di inquinanti. L’ennesimo fallimento della politica.