Quaresima: “Convertitevi e credete al Vangelo” (Mc 1,15)

QuaresimaNel messaggio per la Quaresima di quest’anno, Papa Francesco ci ha ricordato che questo è il tempo favorevole “per rinnovarsi nell’incontro con Cristo vivo nella sua Parola, nei Sacramenti e nel prossimo” e ci invita a compiere un “vero cammino di conversione, per riscoprire il dono della Parola di Dio, essere purificati dal peccato che ci acceca e servire Cristo presente nei fratelli bisognosi”.

Il cammino quaresimale inizia con il rito dell’imposizione delle ceneri accompagnato dalle parole di Gesù: Convertitevi e credete al Vangelo.

Accogliere questo invito di Gesù significa cambiare con coraggio la nostra vita, il nostro modo di pensare e di conseguenza contribuire anche al cambiamento del mondo nel quale viviamo, perché se qualcosa cambia dentro di noi, nel nostro modo di relazionarci con gli altri, nel nostro stile di vita, qualcosa cambierà anche intorno a noi.

Convertitevi e credete al Vangelo significa credere e vivere i valori scritti nei vangeli che danno il vero senso all’esistenza quotidiana ed insegnano a guardare il volto dell’altro come quello dell’amico e del compagno di viaggio.

Scrive Papa Francesco: “La giusta relazione con le persone consiste nel riconoscerne con gratitudine il valore…. La Quaresima è un tempo propizio per aprire la porta ad ogni bisognoso e riconoscere in lui o in lei il volto di Cristo. Ognuno di noi ne incontra sul proprio cammino. Ogni vita che ci viene incontro è un dono e merita accoglienza, rispetto, amore. La Parola di Dio ci aiuta ad aprire gli occhi per accogliere la vita e amarla, soprattutto quando è debole

Convertitevi e credete al Vangelo significa impegnarsi con responsabilità a costruire con pazienza, passo dopo passo, la giustizia sociale e lottare contro le “strutture di peccato” che costringono uomini e donne a vivere da rassegnati senza più nessuna speranza.

Convertitevi e credete al Vangelo è un imperativo che deve farci uscire dai piccoli e comodi rifugi che ci siamo costruiti e che ci fanno dire: “non serve impegnarsi e dare il proprio tempo per costruire la comunità, il bene comune, tanto non cambia mai niente”. Nonostante le tante delusioni che abbiamo collezionato, le parole di Gesù risuonano come un forte invito a ritornare sulla strada ad incontrarci per camminare insieme. Lungo il cammino incontreremo la violenza delle droghe e l’abuso di alcol che invecchiano ed uccidono la vita dei nostri giovani, incontreremo le mani del giocatore d’azzardo che rovinano l’economia delle famiglie, all’angolo troveremo la piaga dell’usura che imprigiona la vita della gente, incontreremo, leggendo le cronache di questi giorni, la criminalità organizzata.

Lungo la strada coglieremo la tristezza sui volti degli anziani rassegnati a vedere, giorno dopo giorno, i paesi della loro infanzia spopolarsi senza più futuro, incroceremo i volti dei migranti ai quali abbiamo chiuso cuori e case, rifiutando di accoglierli e seguendo una logica che non ha niente a che fare con la fede cristiana.

Le parole di Gesù Convertitevi e credete al Vangelo dovrebbero provocare le coscienze di tutti i cristiani ed in particolare di noi parroci e chiederci: che cosa insegniamo nei nostri catechismi, quale immagine di Dio presentiamo nelle nostre omelie? Perché, il vero nodo è, come ha scritto uno dei testimoni più limpidi del nostro tempo, Padre David Maria Turoldo, che “di Dio si possono dare vere o false immagini. E forse questo è il vero problema: più che il problema dell’esistenza di Dio, quale immagine di Dio. Il problema non è Dio, ma è in quale Dio credere. Credere in un Dio sbagliato è il più grande disastro che possa capitare” (D.M. Turoldo “Anche Dio è infelice”).

Ai crocicchi delle strade incontreremo i disoccupati ed i licenziati costretti con le loro famiglie a una lotta quotidiana per sopravvivere.

Intorno a noi c’è anche l’uomo ferito dalla malattia che ha bisogno di cure, ma non trova un servizio adeguato di sanità pubblica in grado di farsi carico dei suoi problemi e così il diritto a curarsi sta diventando un privilegio solo per coloro che possono accedere alle cliniche private.

Lungo le strade trovi le frane che isolano le comunità, rendendo più triste la vita nei piccoli borghi, e ti imbatti nei dissesti stradali che mettono a serio rischio la sicurezza del viandante.

Allora sulla strada risuonano le parole pronunciate da un funzionario romano nel giorno del processo a Gesù: Ecco l’uomo! Sono due parole che ancora oggi ci presentano il volto di Gesù deriso, torturato, sfigurato dalla violenza disumana ed è il volto del migrante, del disoccupato, dell’anziano solo, del malato. Tutti ci chiedono di fermarci perché la conversione deve farci comprendere che questi volti hanno bisogno di essere accarezzati, capiti, rispettati ed amati.

Il cristiano non può e non deve restare alla finestra a guardare quello che succede sulla strada, ma deve scendere e “sporcarsi” le mani, perché dal proprio impegno potrebbe dipendere la soluzione di molti problemi di sofferenza e d’ingiustizia.

Infine la Quaresima ci porta sulle strade dei nostri fratelli e sorelle che vivono nelle terre colpite dagli ultimi terremoti.

Alcune famiglie vivono ancora negli alberghi, altre si sono trasferite e le piccole attività sono in grosse difficoltà.

Ricordiamoci di pregare ogni giorno per loro perché non si sentano abbandonati, ma accompagnati nel loro dolore e nella loro speranza.

Incoraggio tutti i fedeli ad esprimere questo rinnovamento spirituale anche partecipando alle Campagne di Quaresima che molti organismi ecclesiali, in diverse parti del mondo, promuovono per far crescere la cultura dell’incontro nell’unica famiglia umana. Preghiamo gli uni per gli altri affinché, partecipi della vittoria di Cristo, sappiamo aprire le nostre porte al debole e al povero. Allora potremo vivere e testimoniare in pienezza la gioia della Pasqua” (Papa Francesco)

Buon cammino quaresimale e grazie per la vostra testimonianza di amore per gli altri.

 

(Sac. Alberto Conti)