I “Pup” si rinnovano e lasciano tanti scontenti

NoPup

Pup, un acronimo che fa tremare molti cittadini. Sta per Piano Urbano Parcheggi, frutto di norme vecchie di molti anni (legge Tognoli), ma di cemento spesso amaramente fresco. Ereditate da Veltroni, poi da Alemanno, poi da Marino, poi dal commissario Tronca e oggi dalla Raggi. Si tratta, in sostanza, di quei tanti cantieri – attivi e non attivi – sorti per trasformare spazi comunali in tanti bei parcheggi o box interrati, per lo più privati. A guadagnarci sono soprattutto le ditte edili che li realizzano.

La novità, di questi giorni, è che l’amministrazione Raggi ha spedito in assemblea capitolina per l’approvazione una delibera che usa solo parzialmente la gomma per cancellare riguardo al tema dei Pup: ne ha depennati soltanto 29 su 105, insomma meno di un terzo. Restano in piedi oltre duemila posti auto da realizzare. A qualcuno – timoroso di cantieri e disagi – è andata bene. Altri – i più – sono decisamente scontenti per questa nuova colata di cemento e di stravolgimento di interi quartieri.

Così tornano sulle barricate molti Comitati No Pup, che da anni – a suon di immancabili colpi di scena e di tanto sangue amaro – presidiano la complessa materia ricca di avvocati, di ricorsi, di ditte fallite, di cantieri abbandonati. Il Coordinamento dei comitati denuncia, in particolare, la “sopravvivenza” di 800 parcheggi posti sotto il Quirinale e di oltre 600 vicino a Castel Sant’Angelo. Ma tutto il centro storico presenta progetti decisamente discutibili.

Secondo il Coordinamento dei comitati, gli interventi del Pup, definiti come “opere pubbliche”, che non hanno ancora raggiunto la Convenzione con il Comune, devono essere sottoposte a gara pubblica. Scrivono i Comitati, guidati da Anna Maria Bianchi, presidentessa di “Carte in regola”: “L’amministrazione, nonostante le nostre ripetute richieste di chiudere la stagione delle norme speciali dell’Emergenza traffico (scaduta il 31 dicembre 2012) e prendere una decisione trasparente su tutti gli interventi per cui non è mai stata sottoscritta la convenzione con il Comune, non ci ha mai dato risposte, né – ci risulta – ha mai chiesto, come avevamo più volte sollecitato, un parere dell’Autorità Nazionale Anti Corruzione”.

Come noto, le aree dell’attuale VII Municipio, in particolare quelle intorno a piazza dei Re di Roma, sono state sempre oggetto di particolari attenzioni da parte dei costruttori di parcheggi. Negli ultimi anni sono stati inaugurati quelli di largo Vercelli, via Furio Camillo, piazza Epiro, solo per fermarci alle realizzazioni più note. A questi vanno aggiunti quelli su suolo privato, come via Isernia e via Matera. Particolarmente sofferto il cantiere di via Albalonga, poi cancellato (convenzione decaduta), e quello di via Imera.

Ora dovrebbero vedere la parola fine – salvo sorprese e confermando indicazioni già emerse nel 2015 – i progetti di piazza Asti (B14106, Roma Park srl), di via Cesena (B14108 Parkroi srl), di largo Frassinetti, all’inizio di via Tuscolana presso piazza Asti (B14107, Romapark srl), largo Falvaterra (B14105, Inprogest spa), largo-viale Spartaco (B11082, Pgd srl). Resta il nodo per quello di via Nocera Umbra (B14102, Sile srl), la cui società è fallita.

In piedi, salvo sorprese, quelli di piazza Castelli Romani (B14101, Plauto srl), nonostante la società sia fallita, di via Cessati Spiriti (B14097, D’Aglianese beni immobili srl), via di Magna Grecia, area mercato (B14021, Cam srl), di largo Tacchi Venturi (B14104, Green Box Architecture srl) e, a Cinecittà, quelli di viale dei Consoli (B14109, Parkroi srl) e di piazza Decemviri (B14110, Edilpiazza 14 srl).

La delibera è stata approvata dalla Commissione mobilità del Comune, presieduta dal consigliere comunale Enrico Stefàno (quello che vorrebbe rivoluzionare il traffico a San Giovanni quando sarà aperta la stazione della metropolitana linea C, in particolare chiudendo viale Castrense al traffico automobilistico per salvaguardarne le Mura), mentre la capogruppo del Pd, la consigliera Michela Di Biase (di origini molisane), prima del voto ha esposto la necessità di rimpiazzare i Pup bocciati. Erano presenti due associazioni di costruttori, che hanno minacciato ricorso contro il provvedimento.

Il Coordinamento dei Comitati No Pup denuncia, in particolare, il fatto che la delibera risparmi molti Pup soltanto “programmati” e persino interventi bocciati dagli stessi uffici comunali. L’organismo spara a zero: riferendosi alla nuova delibera evidenzia come “sembra incrinare parecchio la credibilità, non solo dell’attuale maggioranza Cinque Stelle, ma delle stesse istituzioni consiliari capitoline”.

L’amministrazione comunale di Roma ridimensiona, grazie a queste lievi sforbiciate, la realizzazione dei circa 50mila nuovi posti auto previsti in 510 localizzazioni diverse. Di questi, i Pup interessavano circa 45mila nuovi posti auto in 389 localizzazioni. La delibera Meleo, dell’attuale giunta pentastellata, ha preso in esame 140 interventi su 257 rimasti in piedi sia su area comunale sia su area privata. Di questi, 42 sono stati ultimati per complessivi 6.914 posti auto, dieci sono in corso di realizzazione (1.729 posti auto), 46 sono stati oggetto di convenzione (7.678 posti auto), 19 sono stati oggetto di approvazione del progetto con ordinanza o con delibera (3.160 posti auto), 140 sono allo stato attuale solo programmati (25.036 posti auto) cioè privi della stipula della convenzione con il Comune.

Con l’ultima delibera, in preventivo ce ne dovrebbero essere poco più di 20mila. Secondo fonti comunali tutte da verificare, il Pup metterebbe in moto investimento nella città per 1.500 miliardi di euro. Negli archivi comunali ci sono 341 progetti di investimento privato su suolo pubblico (articolo 9 comma 4 della legge 122/89) e 48 progetti relativi all’investimento privato su area privata.

Una cosa è certa: l’attuale amministrazione, che sbandiera valori ambientalisti, non esce benissimo da questa vicenda.