Il Ponte della “Ranocchia” di nuovo bianco, ma quanto durerà ?

RetakeRoma Appio Latino

Cosi qualche anno fa raccontava Nino Manfredi:

Come tutto nella vita, Roma me la sono conquistata. Sono partito da Castro dei Volsci e la prima tappa è stata al Mandrione, in mezzo agli zingari, ma eravamo ancora molto fuori Roma. Oggi è nel mezzo del quartiere Tuscolano. Dal Mandrione ci avvicinammo alla Caffarella, vicino al ponte della Ranocchia che si chiamava così perché c’erano le rane, i fossi e i campi. Era ancora tutta orti e vigne.

Ed è proprio del ponte della “Ranocchia” che parliamo oggi, si perchè dopo tanti anni di scritte sovrapposte a scritte, vernici di tutti i colori, dediche oscene e imbrattamenti vari, questo ponte che scavalca la ferrovia sulla circonvallazione Appia è stato ripulito. La domanda sorge spontanea. Quanto durerà?  I lavori dei ragazzi di Retake sono encomiabili, i loro sforzi per rendere questa città più vivibile vanno apprezzati incondizionatamente ma la ripulitura infinita senza progettualità non può essere l’unica soluzione. Occorre un più attento controllo del territorio e la certezza della pena nel momento che i responsabili di questi scempi vengono identificati.
Purtroppo il foglio bianco è così, fa brutti scherzi. Se per lo scrittore la pagina vuota è fonte di inenarrabili ansie, per il writer (a volte ribattezzato bimbominkia) il muro intonso è un richiamo irresistibile a cui rispondere seduta stante. Il cretino di turno, il paladino della bomboletta, non aspetta altro che trovarsi di fronte a un muro bianco, e sentirsi forte del fatto che anche questa volta probabilmente la farà franca.