Piazza Tuscolo, il palazzo delle altezze sfasate

imm2 immSu una delle piazze radiali del quartiere, in piazza Tuscolo, si affaccia questo isolato che doveva essere l’ultimo intervento intensivo previsto dal piano del 1909 prima dell’area destinata a costruzioni di minor densità edilizia che doveva estendersi tra le mura e la via Appia antica.
La costruzione a corte chiusa presenta tre ingressi sottolineati da archi e sormontati da bassi elementi di raccordo. Le scale sono posizionate negli angoli e lungo i lati degli elementi in linea e servono questi alloggi di edilizia economica costituiti da almeno tre vani più i servizi di notevole dimensione.
I prospetti molto articolati per la presenza di alcuni corpi aggettanti sono caratterizzati dalle altezze sfalsate e dalle coperture a tegole. La copertura è a tegole e le diverse altezze movimentano al massimo l’immagine del prospetto. Il carattere non di edilizia popolare si può rileggere anche nella presenza di numerosi balconcini, terrazze e verande.
Si tratta di uno dei non rari esempi di linguaggio medievaleggiante utilizzato nelle realizzazioni dell’ICP. Il confronto più evidente è quello con le realizzazioni di Sabbatini a Piazza degli Eroi (Trionfale II) e di Marconi alla Garbatella (Lotto VIII).
Numero alloggi per piano: 3 ogni gruppo scale o 2 negli elementi in linea.
Dimensione degli alloggi: 3 stanze con servizi bagno e 5/6 stanze negli elementi in linea.
Prospetti su via Soana e via Astura, planimetria e piante tipo.
In “La casa popolare a Roma”.

Il cortile dell’edificio dell’Istituto Autonomo Case Popolari è arricchito da una bella fontana a fuso, tipica del viterbese. E’, infatti, la copia di quella di Pianoscarano che si differenzia dalle altre simili sia per una più abbondante decorazione e sia per il fuso che si eleva al centro della vasca non con la tradizionale forma ovoidale ma con la forma di edicola esagonale adorna di caratteristici fregi. L’originale viterbese ricorda la famosa rivolta della popolazione in seguito all’episodio del cagnolino lavato nell’acqua nella sua vasca da uno dei domestici della corte papale di ritorno da Avignone (1367). La fontana, pur risalendo al XIII secolo, presenta oggi forme tardo-gotiche dovute al rifacimento della struttura originaria distrutta in quella circostanza. E nel cortile di piazza di piazza scolo se ne può ammirare, in misure ridotta, la fedele riproduzione.