Piazza Roselle, intervista al Corriere: «Così ho buttato fuori dalla mia farmacia il rapinatore-flash»

«Aveva la pistola nella cintola, ma non sono il tipo che si spaventa. E così l’ho preso e l’ho buttato fuori dalla farmacia». Francesco Basta è il farmacista che nel pomeriggio di lunedì ha reagito al rapinatore che ha poi messo a segno altri cinque colpi in 25 minuti fra Garbatella e San Giovanni. Da lui il bandito con il cronometro ha fallito. È scappato a mani vuote. «Sul momento – dice Basta – non ho riflettuto sul pericolo che avrei corso, c’ho pensato solo dopo. Ma per me è una questione di principio: da quando faccio questo lavoro è il quarto faccia a faccia con un rapinatore, ho reagito anche un’altra volta. Se lo avessi lasciato fare, dopo sarei stato male al pensiero di non aver fatto niente. Invece – assicura il farmacista coraggioso – ho fatto la cosa giusta».

Il rapinatore, autore di altri sei assalti a tempo di record la mattina del 26 agosto scorso, è ancora ricercato dalle forze dell’ordine. «Secondo me agisce a caso – spiega ancora Basta, titolare della farmacia di piazza Roselle, zona Appio Latino -, alle 15.38 di lunedì infatti ero solo e il negozio era chiuso al pubblico, ma la porta era aperta. Apriamo alle 16.30. Ero sovrappensiero, l’ho visto entrare e più che il casco che indossava, ho notato la camicia nera e il cinturone bianco con il calcio della pistola che spuntava. Ho pensato: è un poliziotto e mi sta facendo vedere l’arma. Poi – ricorda ancora il farmacista – mi fa: “Apri la cassa”. E io: “Lo vedi che è già aperta?”. Quindi è passato dietro il bancone».

Ma il titolare non è rimasto a guardare. «Non potevo, non lo sopporto, sono fatto così – ammette -, l’ho afferrato per le braccia e gli ho detto: “Vattene che è meglio per tutti e due”. Lui è rimasto sorpreso, non se l’aspettava. Poi a me non sembrava particolarmente deciso, anche se aveva comunque una pistola che pareva vera. E per di più nonostante quello che dicono a me lui non sembrava romano, aveva l’accento meridionale. Ci siamo spintonati un po’ – riprende Basta – e a un certo punto ho afferrato uno sgabello e l’ho alzato per colpirlo. Lì ha capito che era meglio rinunciare ed è scappato. Ha preso lo scooter che aveva lasciato sotto al portico, sul marciapiede». Un Piaggio Liberty rapinato poco prima a uno scooterista in via Cristoforo Colombo.

«A pensarci adesso mi vengono i brividi, ma non l’ho fatto per i soldi. La verità è che a subire queste cose non ci sto, mi sale la rabbia. Rischio, è vero, ma lo realizzo solo dopo. Ho già subito rapine quando lavoravo nella farmacia in piazza Igea, poi un’altra a Fidene. Non erano di mia proprietà, questa sì, ma è lo stesso. Sono passati anni, non è cambiato niente: le rapine continuano a farle, purtroppo se scegli questo lavoro devi metterlo in conto». Delle dodici rapine commesse in due giorni probabilmente dallo stesso personaggio, cinque erano a farmacie.