OPINIONI / Ripartirà la scuola (con o senza rotelle)?

E’ abbastanza paradossale ciò che sta avvenendo intorno al “pianeta scuola” per la sua sudata ripartenza a settembre. L’aspetto insensato di questo dibattito, che si trascina da giorni, è il suo misterioso oggetto: i nuovi banchi “monoposto”. Addirittura con o senza rotelle. Come se il problema primario dell’istruzione sia “la seduta” degli studenti.

Certo, la sicurezza innanzitutto. Ma ormai lo abbiamo ben imparato dopo mesi di convivenza forzata con l’odiato virus: non è soltanto il distanziamento – tra l’altro per ora previsto solo a livello progettuale nelle aule scolastiche – a fare la differenza. Ci sono i nodi della mobilità verso le scuole, con gli studenti che in stragrande maggioranza si muovono con i mezzi pubblici; c’è la questione delle mascherine; c’è la classica lavata di mani, che avverrebbe in bagni comuni; c’è soprattutto l’area delle aule, per cui anche con i banchi singoli il distanziamento di una classe con 30 studenti sarà decisamente problematico; c’è la programmazione nelle palestre, nei laboratori, nelle riunioni per le assemblee. C’è l’ingresso poco ampio di molte scuole, spesso con portoni storici, che determina assembramento. E via di questo passo.

Mentre frotte di intellettuali, probabilmente rinfrescati nei loro rustici in Toscana, richiamano l’importanza delle relazioni ravvicinate tra studenti, tema legittimo ma talvolta svincolato dall’amara realtà del virus, è altrettanto vero che siamo ormai immersi nella digitalizzazione. Specie le nuove generazioni. E provarne fastidio o demonizzare un computer è quanto mai anacronistico. Del resto meglio Webex, Weschool, Gsuite che un focolaio di Covid-19. Tanto più in autunno o in inverno rispetto alla calda estate.

Ci viene allora un leggerissimo sospetto: per caso è la questione economica ad essere posta in cima all’agenda? Davvero serviranno ben tre milioni di banchi “innovatori” messi a gara (prima di un dettagliato censimento delle esigenze nei territori), con una spesa prevista che non potrà comunque scendere sotto i nove zeri? E dei milioni di banchi che finora hanno svolto degnamente il proprio ruolo che ne faremo, catasta per falò? Realmente saranno i banchi nuovi di zecca, con rotelle o senza, a fare la differenza nella lotta studentesca contro il Covid? E, dal momento che siamo stati tutti studenti, non è forse scontato immaginare l’uso degli stessi – se carrozzati con rotelle – come affascinanti macchine da corsa o da scontro o oggetto di scritte e vandalismi vari? In fondo la scuola, dai tempi di Giamburrasca e di Pinocchio, è anche questo. E vista l’età degli studenti, non c’è da scandalizzarsi troppo.

(Domenico Mamone – Unsic)