Morassut, dai banchi del liceo Augusto al sogno del Campidoglio

MorassutHa dato avvio alla sua militanza politica a 17 anni, quando – nel 1980 – s’è iscritto alla Federazione giovanile comunista del Pci mentre frequentava il liceo classico “Augusto” di via Gela, all’Appio. Sezione D a scuola, sponda giallorossa nel tifo, sezione Alberone in politica. E proprio all’Appio – lui di Cinecittà – deve fare un monumento, perché qui è cresciuto politicamente come dirigente della zona Appio-Tuscolano della Federazione romana del Pci e come segretario della storica sezione comunista dell’Alberone, quella che alla fine degli anni Settanta ha visto cadere il giovane iscritto Ivo Zini, 24 anni, freddato a colpi di pistola da due ragazzi in Vespa mentre leggeva l’Unità affissa sui muri fuori dalla sezione.

Quello era il clima di quegli anni, ma il giovane segretario della storica sezione non s’è mai lasciato ammaliare dagli estremismi e da “politico nato” ha operato sempre con la mediazione e il dialogo.

Una vita in politica, dunque, quella di Morassut. Sempre nella sua città. Nel 1987, quando s’è laureato in Lettere con indirizzo di Storia contemporanea, ha discusso una tesi su “Amministrazione e politica a Roma dal 1947 al 1952″. Quasi un presagio. Perché nello stesso anno è diventato responsabile dell’Ufficio di segreteria e dell’Ufficio stampa del Pci di Roma, diretto da un personaggio cruciale per l’amministrazione romana negli anni a venire, tale Goffredo Bettini. Il talent scout dei protagonisti della politica romana.

Morassut, l’anno seguente, è diventato membro della Segreteria romana del Pci, poi Pds dal 1989 con la svolta della “Bolognina” di Occhetto. Nel 1995 Rutelli lo ha nominato vicepresidente dello sfortunato Comitato olimpico per Roma 2004.

Nel 1997 l’ulteriore “promozione”: segretario romano del Pds, entrando a far parte della Direzione nazionale del partito. E’ l’anno in cui è stato eletto consigliere comunale di Roma, con oltre quattromila preferenze, molte proprio all’Appio, che rimane il suo feudo. Due anni dopo sarà capogruppo del Democratici di sinistra in Consiglio comunale e nella legislatura seguente (2001) le preferenze per l’elezione a consigliere diventeranno 7.500 e con questa “dote” diventerà assessore all’Urbanistica con il sindaco Veltroni (guiderà l’approvazione del Piano regolatore nel 2008).

Il coronamento è l’approdo in parlamento: nel 2008, quando è anche segretario regionale del Pd del Lazio, poi ancora deputato con le elezioni politiche del 2013.

Ora Roberto Morassut torna agli onori della cronaca capitolina candidandosi alle primarie del centrosinistra per fare il sindaco di Roma, forte soprattutto degli uomini di Veltroni e di Bersani (quest’ultimo ha già speso parole di elogio per il “neocandidato”), suoi storici riferimenti politici, ma con la speranza, per quanto per ora poco manifesta, di coagulare intorno a sé tutta l’area alternativa all’antagonista più forte nella corsa al Campidoglio, cioè Roberto Giochetti. Quindi punterà agli anti-renziani, ma anche ai pro-Marino e a quei pezzi di Sinistra Italiana delusi (e con ragione) da Stefano Fassina. L’ex assessore all’urbanistica potrebbe contare anche sull’area guidata dall’ex presidente Pd Gianni Cuperlo. Un appoggio importante potrebbe venire dall’ex assessore all’ambiente Estella Marino (9mila preferenze in dote, elezioni 2013), che sulle prime sarebbe potuta diventare una concorrente, ora una sostenitrice. Tra i supporters possibili anche l’ex assessore Paolo Masini e l’ex segretario romano del Pd Marco Miccoli, zingarettiano di ferro.

Le prime uscite di Morassut, ad esempio su Repubblica tv, non sono state tenere con il suo partito, anche per dimostrare una rottura con le tante macchie accumulate nelle ultime stagioni. “Il Pd romano è caduto in una situazione di decadenza politica – ha detto Morassut. “Asfittica è dire poco. Anche in passato ho parlato di ciarpame, prima di Mafia capitale e dell’inchiesta di Fabrizio Barca sui circoli. Una politica senza idee, una lotta tra correnti di potere”.

Ed ancora: “Dobbiamo evitare di far tornare la città a quella destra che ha già fatto tanto male. L’amministrazione di Marino ha vissuto contraddizioni, non tutte imputabili a lui. Ci sono stati elementi di astrattezza che l’hanno distaccata dal rapporto con i romani. Però ha anche fatto cose positive. Un esempio su tutti il tema dei rifiuti, dalla chiusura di Malagrotta all’avvio della differenziata”.

Tra i temi centrali per il futuro della città cita i trasporti. “Roma è cresciuta con un gap genetico sui trasporti su ferro che va recuperato. Ma oggi penso anche a scelte low cost: per fare un tram bisogna tenere conto di un certo costo che però si può usare anche per preferenziali o vettori ad alta capacità che aumentino da subito l’offerta di Tpl”

Il comitato elettorale sarà guidato dall’ex presidente del consiglio comunale di Roma Valeria Baglio, probabilmente affiancata da Marco Tolli, vicino a Goffredo Bettini.

Il reddito annuo di Morassut è di circa 95mila euro.