Nelle settimane in cui il quartiere San Giovanni s’interroga sulla mobilità futura nel dopo cantieri della metropolitana linea C, occorrerà misurarsi anche con questo: le auto private decresceranno, favorendo il trasporto pubblico o mezzi più ecologici come le bici oppure le innovazioni continueranno a rendere appetibile la tradizionale “macchina”, senza tener conto delle conseguenze in termini di traffico e inquinamento per le nostre città e in particolare per quartieri semicentrali come San Giovanni?
Secondo alcune previsioni, la prossima commercializzazione di veicoli a guida automatica potrebbe addirittura far incrementare il numero delle automobili. C’è allora da domandarsi in che modo l’intelligenza artificiale e la guida autonoma trasformeranno le nostre città. Perché se le industrie automobilistiche e i produttori di nuove tecnologie giurano che le due principali preoccupazioni legate alle automobili – incidenti e inquinamento – potranno essere ridotti significativamente o persino eliminati una volta che la combinazione di veicoli elettrici e guida automatica diventerà realtà, è altrettanto vero che un’altra questione – e non di poco conto – è come il traffico e le sue esigenze abbiano trasformato le nostre città (in peggio) almeno nell’ultimo mezzo secolo.
Del resto a parlare di traffico dai pulpiti continuano ad essere proprio i vertici delle case automobilistiche. L’atteso convegno del 29 giugno in Inghilterra vedrà il contributo di Julia Steyn, vice presidente per “i programmi di mobilità urbana” di General Motors, che parlerà dell’idea di General Motors “sui nuovi modelli di business per la mobilità urbana studiati per rivolgersi a nuovi clienti”. Insomma, tutto ruota intorno alla parola “business”, come al solito. Mentre, ahinoi, qui si continua a discutere se restringere la carreggiata di una strada.