Migranti e comitati per la casa: sabato 12 corteo da San Giovanni

Sabato 12 novembre 2016, dalle ore 14:00 alle ore 20:00, da piazza San Giovanni in Laterano partirà un corteo di migranti e occupanti casa con direzione piazza del Vicinale (ministero dell’Interno). Promotori: Altra Lamezia – Assemblea di sostegno alle lotte della logistica, Roma – Associazione Dhuumcatu, Roma – Blocchi Precari Metropolitani, Roma – Clash City Workers – Collettivo Politico Guevara, Bari – Comitato Lavoratori delle Campagne – Coordinamento di Lotta per la casa, Roma – Giovani Comunisti/e – Diritti a Sud, Nardò – Laboratorio Politico Iskra – Magnammece o Pesone, Napoli – Nablus Scuola di Migranti, Napoli – Rete Campagne in Lotta – Rete No Borders, Bologna – Rete Scacco Matto, Napoli – Si Cobas Nazionale – Slai Cobas – Slai Cobas per il Sindacato di Classe – S.P.A. ARROW, Cosenza – Social Log, Bologna – Solidaria, Bari – Sportello Mederì, Bologna – Rete Antirazzista Catanese – Rete Antirazzista Salerno – Terra Rossa, Lecce – TPO, Bologna

Aderenti: Adif – Associazione diritti e frontiere; Antifalab Pescara; Collettivo Askavusa, Lampedusa; Massa Critica, Napoli; Zer081, Napoli.

Si legge nel comunicato: “I lavoratori delle campagne sono confinati in baraccopoli e campi, e costretti a condizioni di vita e lavoro disumane, dall’intreccio tra gli interessi dell’agribusiness con politiche che sempre di più regolano e limitano la libertà di movimento. Le stesse politiche colpiscono, in molteplici forme ma secondo la stessa logica, milioni di migranti e non solo, a braccetto con le politiche di austerity e di erosione delle tutele sul lavoro. In Italia, le leggi che regolano la mobilità hanno creato precarietà, ricattabilità e sfruttamento crescenti. Le leggi sull’immigrazione continuano a causare morte e privano centinaia di migliaia di persone di qualsiasi riconoscimento. Con la crisi economica, l’Italia ha chiuso i canali di ingresso per i migranti definiti “economici” e si affida sempre di più ad un regime militare-umanitario per attingere forza-lavoro a basso costo e fare profitto anche attraverso la cosiddetta “accoglienza” – un sistema che produce esclusione e povertà, ed uno strumento di gestione e di controllo che non permette alle persone di autodeterminarsi e obbliga a vivere in una condizione di sospensione, anche per l’arbitrarietà delle amministrazioni. Ma anche istituti come quello della residenza, sempre più difficile da ottenere anche per i cittadini comunitari e per tutti coloro che vivono in case occupate, limitano l’accesso a molti servizi (in primis quelli sanitari). E chi si ribella, chi occupa le case, chi cerca di abbattere i confini, chi blocca il flusso delle merci è oggetto di pesanti ricatti e ritorsioni. Nei ghetti come nelle metropoli, i fogli di via, i decreti di espulsione e altre misure restrittive sono usati per ricattare chi alza la testa, punendo gli sfruttati piuttosto che i responsabili dello sfruttamento. Parallelamente, sgomberi, sfratti o minacce di trasferimenti sono all’ordine del giorno nelle campagne, nelle città e in tutti i luoghi di confine, e la repressione è sempre più usata per punire chi rivendica una casa, un giusto salario, la libertà di muoversi. Violenze e deportazioni coatte vengono utilizzate contro chi sfida i confini, siano essi quelli dei CIE, degli hotspot, o i confini politici di mare e terra, sempre più militarizzati, attraverso cui si procede all’identificazione e selezione violenta precludendo a molte persone la possibilità di richiedere asilo, mentre non esistono canali di ingresso sicuri. Consapevoli dell’ingiustizia delle leggi, in mano ad un potere corrotto e violento, siamo determinati nel voler portare avanti una lotta che è di tutte e tutti. Per questo, l’appuntamento di novembre vuole essere il primo passo di una mobilitazione per lo smantellamento degli apparati di controllo della mobilità, funzionali a sfruttare e dividere. Per superare la retorica della guerra tra poveri e vincere le strumentalizzazioni e i ricatti a cui siamo sottoposte”.

Per quanto riguarda la piattaforma rivendicativa

– Regolarizzazione per i lavoratori e le lavoratrici delle campagne privi di permesso di soggiorno

– abolizione di campi di lavoro di qualsiasi natura (ghetti, tendopoli, campi container)

– Accesso alla residenza per tutte e tutti

– stop alle deportazioni interne ed internazionali

– apertura di canali di ingresso e transito e libertà di circolazione

Informazioni: [email protected].