Metro C “l’incompiuta”. E si pensa alla metro D

Metro-C-RomaDiverse bufere si sono abbattute in pochi giorni sui trasporti romani.

Primo atto: gli scandali e i ritardi sulla linea C, ancora in costruzione. Il presidente della Corte dei Conti del Lazio, Ivan De Musso, in occasione dell’inaugurazione dell’anno giudiziario 2016 s’è occupato principalmente proprio di quest’opera costosissima. “Un esempio sotto gli occhi di tutti e che la Sezione affronterà a giugno è quello dello scandalo della Metro C di Roma il cui elevato costo contrattuale miliardario ha prodotto, per il momento, solo crescita esponenziale dei costi ed inaccettabili ritardi esecutivi grazie al numero esorbitante di varianti – ha sottoscritto il presidente. “Secondo la tesi della Procura il contraente generale a cui è affidata la realizzazione dell’opera non è soltanto la controparte dell’amministrazione, cioè non è soltanto l’appaltatore dei lavori” ma “rivestendo la posizione di ‘realizzatore globale dell’opera’, ritenuta oltretutto strategica, partecipa funzionalmente alla realizzazione del fine pubblico e le condotte produttive di danno erariale emerse nello svolgimento di questo suo compito che può definirsi vero e proprio munus publicum, non possono essere conosciute dal giudice naturale ed esclusivo che è la Corte dei Conti – ha aggiunto.

Insomma, per il secondo anno consecutivo la magistratura contabile ha puntato il dito contro l’incompiuta più costosa d’Europa (3 miliardi di euro), dedicando al deprimente capitolo l’apertura della cerimonia d’inaugurazione dell’anno 2016. Lo stesso presidente De Musso ha definito “un vero e proprio scandalo” l’opera ferma a via La Spezia, fermata “Lodi”. Il Campidoglio, Roma Metropolitane e il consorzio dei costruttori – l’Ati composta da Astaldi, Vianini (Caltagirone), Ansaldo e le coop – hanno giocato “una partita anomala, illegale e rovinosa”, secondo gli aggettivi emersi. Con colpe soprattutto politiche, legate alle numerose varianti di progetto, che per i pm contabili erano del tutto illegittime “non essendo mai state approvate dall’organo di controllo politico” che avrebbe dovuto decidere ma che ha preferito far decidere ai costruttori stessi: “Infatti tutte le varianti concordate fra la Metro C e la società Roma Metropolitane implicando un forte incremento di spesa sulle singole tratte, non risultano portate all’approvazione dell’organo collegiale competente (Roma Capitale, ndr. )”.

Tanto per non farci mancare nulla sul fronte dei trasporti, ecco il “rispolvero” del progetto della Metro D. La linea, che avrebbe dovuto collegare il centro storico con i quartieri Monte Sacro Alto e Salario e, a sud, con Trastevere, Ostiense, Portuense e Eur, non è mai stata cancellata dal nuovo piano regolatore. Secondo il piano presentato durante la Giunta Veltroni, il tracciato prevedeva una lunghezza di 20,4 chilometri con 22 stazioni, seguendo un percorso in parte parallelo alla linea B. Il 4 agosto 2010 Roma Metropolitane ha sospeso la procedura di assegnazione per volontà dell’allora sindaco Alemanno, per poi riassegnarla il 10 agosto 2011. La gara per il project financing fu ritirata ancora a novembre 2012 e l’incarico revocato il 1 luglio 2015, non senza strascichi: ad oggi, la Condotte Spa reclama un maxi-risarcimento (probabilmente sovrastimato) di 460 milioni di euro per i sondaggi effettuati e per la fase progettuale.

Nelle scorse settimane, comunque, il presidente della municipalizzata Roma Metropolitane, Paolo Omodeo Salé, ha incontrato alcuni imprenditori stranieri, sembrerebbe di nazionalità russa e australiana, per convincerli a investire nell’opera attraverso un project financing. L’obiettivo è di far realizzare l’opera interamente ai privati, che poi ne manterrebbero la gestione. Un tentativo portato avanti in accordo con il ministro Graziano Delrio. Salé ne ha parlato per la prima volta nei giorni scorsi in una riunione sindacale.

Per quanto riguarda la Roma-Lido, l’agenzia di stampa “Dire” ha rilanciato le amare dichiarazioni rese dall’assessore regionale ai Trasporti, Michele Civita, alla Commissione Lavori pubblici del Senato, secondo il quale la Regione Lazio “non ha i soldi (219 milioni di euro, ndr) previsti nel project financing” per accogliere il progetto dei francesi Ratp. Nel contempo Atac non avrebbe un progetto pronto sulla Roma-Lido. “Abbiamo a disposizione 100 milioni di euro per la manutenzione – ha concluso Civita, per cui s’interverrà soltanto con una riqualificazione, nulla di più.