Il dramma, rispetto a questa situazione, è che si continua a parlare di tagli alla sanità. E l’obiettivo di favorire il privato o di rendere ormai tutto a pagamento – altro che sanità “pubblica” – è lampante. I dati diffusi dal Tribunale del Malato sono impietosi: tredici mesi per una risonanza magnetica o una visita psichiatrica; un anno per una mammografia o una Tac; nove mesi per un’ecografia o per un controllo oculistico; otto per un appuntamento dal cardiologo; sette per una radiografia; addirittura sei per essere ricevuti dall’oncologo e altrettanti dall’ortopedico. La prevensione, con questi tempi, va a farsi benedire.
Questa sera l’ottimo “Presadiretta” di Riccardo Iacona su Raitre dedica la puntata a questa piaga. Il reportage s’intitola “Liste d’attesa” ed è stato realizzato da Alessandro Macina. Un viaggio tra ritardi, disorganizzazione e impossibilità di accedere alle cure al punto da doverci rinunciare.
Gli ultimi dati Censis spiegano che nell’ultimo anno undici milioni di italiani hanno rinunciato alle terapie a causa dei tempi troppi lunghi e dell’impossibilità di pagare una visita privata o in intramoenia. La spesa sanitaria annuale sostenuta dai pazienti è in netta crescita: 34,5 miliardi nel 2015, oltre 500 euro a persona. In due anni l’incremento è stato del 3,2%, il doppio rispetto all’aumento della spesa per i consumi delle famiglie nello stesso periodo, pari a +1,7%.