Dopo l’intossicazione al Pigneto parla un medico del San Giovanni: cos’e’ il botulismo e come difendersi

ospedale San Giovanni

“Un bacillo che vive anche senza aria, sporigeno, pericoloso soprattutto perché produce una tossina neurotossica, dall’azione paralizzante sulla muscolatura periferica”. A descrivere all’AdnKronos Salute le caratteristiche e gli effetti del Clostridium botulinum, che ha portato a Roma al ricovero di 5 persone dopo aver mangiato panini con ciauscolo in un locale del Pigneto, è Giuseppe Rando, responsabile dell’Unità operativa di Scienza dell’alimentazione dell’ospedale San Giovanni-Addolorata, struttura dove è stato ricoverato – in Neurologia – uno dei pazienti coinvolti nell’episodio di botulismo.

Il botulismo “è provocato dall’ingestione di alimenti in cui è presente la tossina bolulinica. Il nome viene da ‘botulus’, in latino salsiccia. Non è un caso – dice Rando – che nell’episodio romano le attenzioni si siano rivolte al ciauscolo. La tossina infatti si può trovare negli insaccati, come le salsicce, ma anche in carni affumicate. E ancora: nelle verdure sott’olio, nelle conserve di pomodoro, negli inscatolati magari fatti in casa e prodotti senza il rispetto delle corrette norme igieniche e di conservazione”.

Come si manifesta? “La pericolosità – sottolinea Rando – è in relazione alla dose assunta. I primi sintomi dell’intossicazione possono arrivare dopo poche ore dal consumo dell’alimento contaminato, ma anche a distanza di qualche giorno. Vertigini, nausea, vomito e astenia, annebbiamento e sdoppiamento della vista, rallentamento e difficoltà di espressione, fatica nell’ingerire, secchezza della bocca, debolezza muscolare sono fra i primi sintomi, ai quali segue la paralisi dei muscoli del volto e della gola. L’effetto si estende poi al tronco, per arrivare a coinvolgere polmoni e cuore”.

Nei casi più gravi, la paralisi dei muscoli coinvolti nella respirazione porta a ricorrere all’ausilio di una respirazione assistita. I rischi sono “mortali, ecco perché è fondamentale intervenire rapidamente. Il trattamento è possibile con la somministrazione di un’antitossina nelle prime ore dalla comparsa dei sintomi – continua Rando – Il recupero è molto lento”.

La maggior parte dei pazienti, ricorda l’Istituto superiore di sanità, va incontro a guarigione dopo settimane o mesi di terapia di supporto. A seconda della dose di tossina ingerita, le manifestazioni cliniche variano da una sintomatologia sfumata a casi molto severi, che possono concludersi anche con un esito fatale (circa il 5% secondo l’Iss).

Ma allora, come difendersi? “La tossina – ricorda Rando – fa gonfiare il tappo e i contenitori, che in questi casi vanno eliminati. Occhio anche se le scatole dei pelati all’apertura fanno ‘puff’ ed emettono sostanze, a ‘bollicine’ insolite presenti nelle conserve, e a prodotti che all’apertura siano maleodoranti. Nel caso degli insaccati, evitare quelli con muffe, cattivo odore, segni di putrefazione e consistenza insolita, tutti indizi sospetti”. Per fortuna “gli episodi di botulismo sono abbastanza rari”, conclude l’esperto che mette in guarda da preparazioni ‘casalinghe’: “Un tempo venivano eseguite con attenzione, oggi si è persa quella conoscenza che vuol dire sicurezza”.
(AdnKronos)